
L'autore Frank Adami con il figlio Mario
Lucca, 18 giugno 2025 – L’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale è stato celebrato in Inghilterra con i dovuti trionfalismi. Pochissimi i sopravvissuti intervistati e festeggiati, molti i figli e nipoti con tanti ricordi da raccontare. Fra questi, come alcuni scamparono ai tedeschi grazie alla popolazione locale quando si trovarono alla macchia in Italia. In particolare lungo la famigerata e sanguinosa Linea Gotica. Frank Abrami è balzato agli onori della cronaca quando il Times ha scritto in proposito, perché il suo libro “In the Shadow of the Gothic Line“ lo ha fatto incontrare con il figlio di un ufficiale inglese salvato con molti partigiani dalla famiglia Abrami di Roggio, frazione del Comune di Vagli di Sotto. Il libro, scritto insieme al figlio di Frank, Mario, è una preziosa testimonianza di quanto vissuto sull’Appennino toscano insieme alla famiglia che, emigrata a Londra negli anni ‘20, tornò in Garfagnana per evitare l’internamento all’inizio delle ostilità contro gli italiani in UK.
“Sono cresciuto con i racconti di genitori e zii del loro periodo bellico a Roggio – dice Mario – non potevo non convincere mio babbo a descrivere i suoi anni di “resistenza ai tedeschi”. Frank ‘emigrò’ con i suoi da Londra a Castelnuovo a 7 anni, nel 1939 e furono quasi subito fatti sloggiare perche’ la loro casa fu requisita dal comando tedesco di zona. Si rifugiarono quindi a casa della nonna Giovannina a Roggio, ritrovandosi a vivere, loro abituati alla vita di citta’ con un avviato caffè, a raccogliere castagne per mangiare. E meno male che la nonna aveva una mucca da latte.
“Quando nella zona arrivarono prigionieri di guerra inglesi alla macchia, vennero alla spicciolata da noi, conosciuti come ‘la famiglia inglese‘ – ricorda Frank - e presto la nostra cucina diventò un centro raccolta di cibo e notizie. Intorno al focolare, invece di veglie pacifiche io ascoltavo racconti fi guerra. La presenza di ufficiali inglesi ricercati, specie il Maggiore Frank Simms, costituiva un pericolo concreto e quindi furono nascosti in capanne deserte e isolate per evitare coinvolgimenti in paese. Io ero solo un ragazzo, ma mi adoprai attivamente per consegne di cibo e messaggi. Stavo vivendo un’avventura rischiosa ma per me era un’avventura eccitante”.
E poteva diventare tragedia quando un aereo sorvolò i nostri monti sganciando pacchi destinati ai partigiani. Tutto il paese si riversò nei i boschi sperando fossero vettovaglie, invece si trattava di armi e munizioni. Frank e un compagno si imbatterono in una cassa tutta per loro e si armarono fino ai denti, ma presto cominciarono a distanza ravvicinata spari e mitragliamenti, quindi si disfecero subito del loro “tesoro” perchè invece dei partigiani arrivarono i tedeschi. Questi radunarono i paesani in piazza e nessuno osò tenersi nemmeno un coltello per paura di rappresaglie.
“La notizia di Sant’Anna di Stazzema tolse a tutti la voglia di ribellione – continua Frank - ma i miei, soprattutto mia madre, conosciuta col nome di battaglia come ‘Ginevra‘, continuarono ad aiutare partigiani e inglesi infiltrati finché per una spiata divennero prigionieri anche loro. Una pattuglia della Divisione Monterosa irruppe una notte in casa e trascinarono fuori i miei genitori. Vennero anche nella mia camera a perquisire ma non mi presero. Li montarono su un camion con altri e mi chiesi se li avrei mai rivisti. Fu grazie ad aerei alleati che il camion dovette fermarsi in un bosco e i miei, rischiando il tutto per tutto si buttarono in una scarpata. Gli altri furono fucilati tre giorni dopo“. Queste e altre “avventure” racconta Frank con la vivida memoria dell’adolescenza trascorsa in modo assai diverso dall’infanzia urbana di Londra.
“Ricordo anche sensazioni ed esperienze molto belle, ammirando splendidi tramonti, scorrazzando con amici fra campi eoschi, pescando nel Serchio e facendo da chaperon per mie sorelle, che rano piuttosto bellocce e avevano diversi corteggiatori – aggiunge Frank - Inutile dire che quegli anni sono stati una lezione di vita impagabile, un arazzo di sangue ma anche di emozioni positive: amore, lealtà,amicizia, altruismo, dignità, tenacia, sopratutto coraggio e speranza. E quando siamo tornati a Londra, non c’è stata riunione familiare in cui non si parlasse tra fratelli, zii, cognati, nipoti di quei drammatici sette anni sulla Linea Gotica”.
Quasi tutti sono ormai morti e i compagni di un tempo sono nei cimiteri dell’Appennino, ma fra i maestosi boschi di castagni l’eco non si e’ mai spenta, rimanendo appunto accesa nel cuore di Mario, che pensa di fare un film dal libro del padre e porta le figlie in vacanza in Versilia per escursioni in Garfagnana. Dopo tutto è stato grazie al libro che il figlio del Maggiore Simms ha potuto ringraziare la famiglia Abrami per l’aiuto dato al padre, altrimenti lui non sarebbe mai nato.