
La Uilm con il segretario Giacomo Saisi chiede che ci sia più attenzione verso le difficoltà del settore e che la congettura negativa innescata anche dai dazi americani non ricada sui lavoratori
Giorni delicati per KME Italy dove domani scade il contratto di solidarietà, servito in questi ultimi anni per gestire i cali produttivi dell’azienda. Ora però gli ammortizzatori sociali sono quasi esauriti e quindi tutti i lavoratori rimarranno sprovvisti del sostegno da parte dell’INPS.
Per questo nel periodo che andrà dal giovedì al 31 dicembre 2025 l’azienda dovrà gestire i giorni di fermo produttivo utilizzando ferie e parte dei permessi dei lavoratori. Una situazione complessa e per governare tutta questa fase è stato dunque raggiunto un accordo dei sindacati con l’azienda per un utilizzo massimo di nove giorni di ferie per ogni lavoratore.
L’intesa prevede anche che, al 31 dicembre, non dovranno esserci saldi negativi di ferie e permessi e, inoltre, nell’ottica di mitigare gli effetti di eventuali cali di attività, l’azienda si impegna ad attivare percorsi formativi finalizzati alla crescita professionale di tutto il personale; tali azioni avranno l’obiettivo di favorire la polivalenza e la polifunzionalità dei dipendenti.
A rendere nota la situazione Giacomo Saisi, Segretario responsabile UILM Area nord Toscana. Sulle difficoltà legate ai cali produttivi, purtroppo, secondo il sindacato, la ripresa che si auspicava non c’è stata e il mercato rimane stagnante. Rimangono inoltre forti difficoltà sull’approvvigionamento delle materie prime che arrivano a singhiozzo. Peraltro, spiegano i sindacati, il mercato statunitense sta creando enormi difficoltà, perché sta acquistando grosse quantità di materia prima e di rottami (nei primi sei mesi del 2025 acquistati quanto in tutto il 2024) facendo lievitare il prezzo. Ora poi i dazi imposti dagli USA potrebbero aggravare ulteriormente la situazione.
Preoccupa anche la situazione di EM Moulds (lingottiere), legate al mondo dell’acciaio, che sta vivendo una profonda crisi; carico di ordini bassissimo e da marzo 2026 la fine degli ammortizzatori sociali. Si prospetta, secondo la UILM, un periodo molto delicato che andrà monitorato attentamente, e in maniera continua perché, se non vi sarà una ripresa e se non si creeranno nuove opportunità dai mercati, andrà aperto un tavolo di confronto con le due aziende, per non richiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori, non escludendo che il tavolo si sposti al MIMIT.
Luca Galeotti