
L’ex ministro della Cultura Dario Franceschini sarà oggi pomeriggio a Lucignana
Appuntamento con la scrittura questa sera alle 18 a Lucignana, nell’ambito della V^ edizione di “Little Lucy. Un festival piccolo così”, a cura di Alba Donati e Pierpaolo Orlando. Organizzato da Fenydia, la scuola dei linguaggi della cultura, la libreria “Sopra la Penna” vedrà ospite Dario Franceschini che, dialogando con Cristina Sanna Passino, presenterà il suo ultimo romanzo “Aqua e Tera” (La Nave di Teseo, pagg. 160, euro 17). Franceschini è stato ministro della cultura e alle spalle ha una lunga militanza politica e istituzionale. Il suo primo romanzo, “Nelle vene quell’acqua d’argento” (2006), ha vinto importanti premi sia in Italia che all’estero. Ha dato alle stampe “La follia improvvisa di Ignazio Rando”, “Daccapo”, “Mestieri immateriali di Sebastiano Delgado” e la raccolta “Disadorna”. L’opera conduce il lettore in un excursus storico di un pezzo d’Italia che vive il periodo tra la fine della Grande guerra e l’inizio del periodo fascista. Un romanzo appassionante ambientato in una terra cara all’autore, dove la Storia si mescola all’amore tra due giovani donne, intrecciandosi con la lotta antifascista e i cambiamenti politici e sociali di una comunità.
Franceschini, il suo libro profuma di memoria storica e propone una visione che tocca le corde umane in varie declinazioni. "È una storia intima, privata, dentro una grande storia molto difficile e complicata; in passato avevo studiato il biennio successivo alla Prima guerra mondiale, quando si respirava un clima violento; mi piaceva l’idea di vedere questa storia di amore come una sorta di pausa, un’oasi in mezzo a tanta violenza".
La narrazione si fa speciale anche per le sue origini che sono di quelle terre, quanto è stato importante? "Quando scriviamo si tende a parlare più sensibilmente dei luoghi che conosciamo, abbiamo consapevolezza di ogni odore, ogni profumo e più ci si allontana più questo diventa vivido, anche se non è una regola: ma è indubbio che quando uno racconta lo fa se quel luogo lo conosce bene".
Nelle figure femminili, si fa largo la traccia di emancipazione e ribellione agli stereotipi dell’epoca: oggi questa lettura può contribuire ad acquisire consapevolezza? "Senza dubbio mi piacerebbe che rappresentasse un contributo; è stata fatta tanta strada e ancora tanta ne deve essere fatta sul tema dell’emancipazione e degli stereotipi; alcuni personaggi sono inventati ma altri sono veri, la maestra di cui parlo è una militante travolgente, un’altra presente nel libro abbandona la famiglia e si trasferisce con il marito nei quartieri popolari della cittadina, fondando “Eva”, il primo settimanale femminista d’Italia. Le Leghe femminili sono state bellissime perché erano luoghi di riflessione ed analisi e non possiamo perderne la memoria".
Contrapposizione ideologica e poi una storia d’amore dirompente che fa emergere la diversità: è una storia nella Storia? "Se ci pensiamo tutte le nostre vite sono questo, vale la canzone di De Gregori “La Storia siamo noi” ; tutti i fatti, i luoghi, i nomi, sono veri, ho cercato di mescolare la storia delle due ragazze e delle loro famiglie all’interno di una cornice autentica".
Corrado Augias ha detto che è fondamentale conoscere la storia del Novecento: il suo romanzo, a cento anni da quei fatti, può aiutare? "Nel Novecento, il fascismo è nato con lo squadrismo e la violenza e quindi ha ragione Augias; a volte la letteratura porta ad acquisire storie che non erano note, spero di aver portato il mio contributo".
Maurizio Guccione