
Il saluto del comandante all'arrivo alla base (foto Massimo Pasquali)
La Spezia, 18 settembre 2025 – Un lungo viaggio quello affrontato da Nave Alliance per contribuire alla ricerca e alla comunità scientifica internazionale. Il 19 maggio è salpata dal porto della Spezia iniziando così l’annuale attività di ricerca scientifica immersa nei mari del nord e nell’oceano Artico. All’affascinante spedizione conclusa ieri ha preso parte un equipaggio composto da 45 militari della Marina Militare affiancato da un team composto da 25 ricercatori. Affrontando una sfida contro il clima estremo per raccogliere dati scientifici e riuscire a comprendere l’evoluzione dell’ambiente polare. Nave Alliance è un grande laboratorio scientifico nato per contribuire alla ricerca scientifica della Nato equipaggiata con le più moderne tecnologie. L’obiettivo della campagna denominata “Aco 2025“ è stato quello di raccogliere dati oceanografici in un’ottica di studio, valutazione e quantificazione delle modifiche all’ambiente sottomarino della zona artica in ragione dei cambiamenti climatici in corso e le modifiche ambientali che il riscaldamento globale sta causando nella zona artica. Il viaggio nei mari del nord per la prima volta ha toccato anche il Baltico approdando nel porto polacco di Gdynia e Copenaghen.
L’abbraccio commovente
Una scelta non certamente casuale e turistica ma finalizzata allo sviluppo del progetto in un mare dalle particolari caratteristiche ambientali. Il viaggio di ricerca oltre alla marina Militare ha avuto il supporto della Nato Science and Technology Organization Centre for Maritime Research and Experimentation. Una attività stata fortemente voluta ed organizzata dalla Marina Militare e dall’ente di ricerca internazionale Nato Science and Technology Organization - Centre for Maritime Research and Experimentation in collaborazione con altri istituti di ricerca scientifica quali il Centro di Ricerca dell’Unione Europea, il Cnr, l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria, Enea, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, l’Università degli Studi di Genova, il Norwegian Defence Research Establishment, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Agenzia Spaziale Italiana e l’industria privata. Dopo 120 giorni di attività scientifica tra il Mar Baltico e l’Oceano Artico e 1700 miglia nautiche solcate ieri pomeriggio in perfetto orario la nave ha toccato il molo della base navale accolta dalla banda musicale della Marina Militare e dell’entusiamo e commozione dei famigliari.
Le missioni estreme
La Alliance ha portato a termine quattro missioni alle più alte latitudini: nel Mar Baltico nell’Oceano Artico. L’obiettivo della ricerca è quello studiare i cambiamenti climati in continua evoluzione e l’aumento della temperatura dell’acqua. Dopo essere giunta nel porto di Gdynia la nave insieme al team scientifico del Cmre ha condotto attività volte alla sperimentazione di un sistema di “Intelligence, Surveillance and Reconnaissance” basato su una rete di assetti unmanned a sorveglianza di un’ipotetica infrastruttura critica sottomarina. Questa attività si è inserita nella dottrina della Nato relativa alla costituzione della “Task Force X”. Quindi Alliance ha fatto rotta a verso il circolo Polare Artico e il porto di Tromso in Norvegia dove c’è stato l’alternarsi di due team scientifici: quello composto dal personale del Cmre e quello dell’Istituto Idrografico della Marina Militare che invece ha continuato l’annuale campagna High North 25, attualmente alla sua nona edizione. Nel corso della missione High North 25, Nave Alliance ha scritto una nuova pagina nella storia navale e scientifica avendo raggiunto la latitudine più alta mai toccata da un’unità della Marina Militare nell’emisfero boreale. Un risultato di grande valore simbolico, che testimonia la capacità di spingersi oltre i limiti geografici e operativi tradizionali, ma soprattutto un successo per la ricerca e la cooperazione tra istituzioni.