
Turismo e commercio sono i due settori, per Fisascat Cisl, dove più si risente la piaga dei contratti ’pirata’ non soggetti alle regole del Contratto collettivo nazionale
Grosseto, 14 settembre 2025 – Il lavoro nel turismo e nel commercio maremmano è sempre più segnato da precarietà, contratti “pirata” e condizioni che scoraggiano le nuove generazioni. A lanciare l’allarme è la Fisascat Cisl di Grosseto, che denuncia una situazione ormai insostenibile per centinaia di lavoratori della provincia e chiede l’apertura di un tavolo regionale per un Patto per il turismo e il commercio.
“Il dumping contrattuale è una piaga che sta minando il sistema – spiega Sara Tosi, segretaria generale della Fisascat Cisl Grosseto –. A farne le spese sono i lavoratori, soprattutto nel turismo, uno dei pilastri dell’economia locale, dove proliferano contratti sottoscritti da soggetti non realmente rappresentativi. Il risultato è un abbassamento delle tutele e una concorrenza sleale tra imprese”. Un recente report della Cisl ha fotografato la situazione nazionale: su oltre 1.000 contratti collettivi depositati, solo 200 coprono il 99% dei lavoratori del settore privato. I restanti – spiega Tosi – spesso interessano poche centinaia di addetti, ma sono la base del dumping, il fenomeno dei contratti “deboli” continua a dilagare. Tosi si dice critica anche verso la proposta del salario minimo legale:
“Una soluzione sbagliata – afferma – che rischia di svuotare la contrattazione collettiva nazionale, vero strumento di garanzia. Nei nostri contratti non c’è solo salario, ma anche formazione, welfare, sicurezza, partecipazione”. Per la Fisascat serve un cambio di passo: più contrattazione di secondo livello, un accordo territoriale sugli appalti con regole vincolanti e il pieno riconoscimento dei contratti rappresentativi.
“È indispensabile – continua – affrontare il nodo del part-time involontario e avviare un confronto strutturato a livello regionale per definire un nuovo modello di sviluppo del turismo”. Tra le priorità indicate dal sindacato: allungamento della stagione turistica, ammortizzatori sociali specifici, formazione professionale qualificata e maggiore utilizzo degli enti bilaterali. Ma anche il rilancio dell’apprendistato e la trasformazione dei tirocini extracurricolari in veri percorsi lavorativi. “In Maremma tanti lavoratori vivono con contratti frammentati e part-time non scelti. E molti giovani che escono dagli istituti turistici lasciano il settore entro due anni – conclude Tosi –. È ora di rimettere al centro la qualità del lavoro. Chiediamo alle istituzioni, alla Regione Toscana, e alle associazioni datoriali di sedersi insieme per definire regole condivise e dare un futuro solido a turismo e commercio”.