NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Transizione ecologica. La Maremma si ribella: "Non deve essere cieca"

Presentate al Mase due memorie contro impianti eolici a Magliano e Orbetello. I documenti firmati da Italia Nostra e diciannove tra cittadini e aziende.

Due impianti eolici al centro di osservazioni presentate al Ministero (Foto d’archivio)

Due impianti eolici al centro di osservazioni presentate al Ministero (Foto d’archivio)

GROSSETOLa Maremma si ribella. Non a un futuro sostenibile, ma a una transizione ecologica cieca e mal diretta. Italia Nostra – Sezione Maremma Toscana, insieme a diciannove firmatari privati, tra cui alcune delle più prestigiose aziende agricole del territorio, ha depositato presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) due memorie che chiedono il rigetto immediato della Valutazione di Impatto Ambientale (Via) su due progetti eolici nei comuni di Scansano, Magliano in Toscana e Orbetello. Al centro della contestazione, un impianto mastodontico: 24 pale eoliche alte 200 metri, per un investimento complessivo che supera i 250 milioni di euro, promosso dalla Gruppo Visconti Srl, una società a responsabilità limitata con solo 2.500 euro di capitale depositato. Il progetto ha ricevuto parere negativo dalla Regione Toscana. Eppure, dal Ministero ancora nessuna decisione definitiva. "È estate, certo, ma noi non ci siamo fermati – ha dichiarato Gabriele Fusini, sindaco di Magliano in Toscana –. Mentre molti si godono le nostre spiagge, continuiamo a vigilare contro un progetto che rischia di snaturare per sempre la nostra terra. La Regione Toscana ha dato parere negativo e ringrazio il presidente Eugenio Giani, l’assessora Monia Monni e l’assessore Leonardo Marras per aver ascoltato il nostro grido d’allarme". E aggiunge: "Non siamo contro le energie rinnovabili, ma chiediamo una pianificazione intelligente, diffusa, rispettosa del paesaggio e delle comunità locali". Preoccupato anche Francesco Pratesi, ambientalista e figlio del fondatore del Wwf Italia: "La Maremma - Pratesi - non è solo una bellezza paesaggistica, ma un ecosistema fragile e prezioso, un laboratorio vivente di biodiversità e cultura agricola. L’idea di disseminare questi colossi metallici in una zona così delicata è un insulto al buon senso e alla logica ambientale. Questi progetti vanno fermati, perché dietro la retorica green si cela un’operazione industriale che nulla ha a che fare con la sostenibilità".Nelle memorie presentate al Mase, redatte dall’avvocato Michele Greco, si denuncia l’impatto devastante su flora, fauna, beni culturali, geomorfologia, oltre alla non conformità urbanistica con gli strumenti di pianificazione comunale e regionale. La documentazione include elaborazioni 3D che dimostrano la pericolosa vicinanza delle pale a centri abitati e recettori sensibili. Si solleva anche il problema della mancanza di uno studio anemologico approfondito e della sostenibilità economica del progetto, giudicata debole e opaca. Non da ultimo, viene segnalato il tentativo di frazionamento illegittimo del parco eolico, che nei fatti risulterebbe parte di un unico megaprogetto tra Magliano, Scansano, Manciano e Pitigliano: uno dei più grandi mai proposti in Italia. Serve una svolta – conclude Pratesi –. Non possiamo ripetere gli errori del passato con il fotovoltaico selvaggio. Le energie rinnovabili non devono essere nuove occasioni speculative, ma vanno destinate alle aree industriali o a quelle comunque già compromesse. Uno studio dell’Ispra dimostra che sarebbero sufficienti a coprire i target che ci ha imposto l’Europa. In Maremma, questo modello va rifiutato. È la nostra responsabilità verso chi verrà dopo di noi". Nicola Ciuffoletti