
Il giornale britannico celebra il paese della Maremma come un esempio. Sono 70 gli edifici venduti al prezzo simbolico e tornati a nuova vita
Montieri (Grosseto), 29 luglio 2025 – Da paese dell’entroterra toscano a esempio internazionale di rigenerazione urbana. Montieri è finito sotto i riflettori del quotidiano britannico The Guardian, grazie alla sua partecipazione al progetto “Case a 1 euro”, nato nel 2015 come una scommessa contro lo spopolamento e diventato un caso di successo.
La giornalista californiana Lauren Markham, in un reportage dedicato al fenomeno delle case in vendita a prezzo simbolico in Italia, ha citato Montieri tra i comuni più interessanti del progetto. Durante un soggiorno nel nostro Paese, ha visitato il borgo accompagnata dal sindaco Nicola Verruzzi, raccogliendo dati, storie e impressioni dal vivo. “Per certi versi, Montieri era il candidato ideale per l’esperimento – scrive Markham –. Aveva già investito in infrastrutture energetiche, fibra ottica e servizi. Inoltre, si trova in una regione turistica apprezzata da ciclisti ed escursionisti”.
Ma non è solo una questione di bellezza. Markham parla dei risultati concreti ottenuti dal Comune grossetano: circa 70 abitazioni sono state vendute, spesso a stranieri che le hanno trasformate in case vacanze o dimore residenziali. In molti casi si tratta di edifici abbandonati e fatiscenti, oggi ristrutturati e restituiti alla vita. Secondo il sindaco nuove attività commerciali hanno aperto in seguito all’iniziativa, generando ricadute economiche tangibili sul tessuto locale. Insomma la richiesta da parte soprattutto di stranieri è stata elevata tanto che un architetto toscano che aveva sposato una canadese è diventato in poco un richiestissimo team di progettazione della nuova classe straniera. L’iniziativa, come spiega in una passata intervista Verruzzi, nacque quasi per provocazione: “Nel 2015 ci trovammo a gestire un immobile pericolante, con troppi comproprietari. Da lì l’idea di sperimentare una modalità per rimettere in circolo immobili abbandonati e rilanciare la residenzialità nei piccoli comuni. Non è una soluzione strutturale, ma un modo per lanciare un messaggio: senza incentivi, le aree interne si svuotano”.
A Montieri nella prima parte del ’900 vivevano qui circa 4.000 persone. Nei due decenni successivi alla chiusura delle miniere, Montieri ne perse 3.000. Le case nelle piazze principali erano vuote e cadevano in rovina, e le attività commerciali erano sull’orlo della chiusura. Il Comune ha agito come facilitatore tra domanda e offerta, favorendo contratti nei quali i compratori si impegnano a ristrutturare entro tre anni, pena la restituzione dell’immobile al vecchio proprietario.
Gli immobili sono venduti a un euro, ma richiedono interventi importanti: tetti da rifare, infissi cadenti, impianti assenti. Eppure, per molti acquirenti italiani e stranieri, è il prezzo da pagare per un sogno tra i boschi della Toscana. Oggi Montieri raccoglie i frutti della visibilità ottenuta: un borgo che ha saputo trasformare il proprio disagio abitativo in opportunità di sviluppo. E che ora viene osservato anche oltreconfine come un modello possibile per le aree in crisi demografica.
Nicola Ciuffoletti