
La consegna degli attestati
Grosseto, 20 maggio 2019 - Pop Up ha tagliato il traguardo ed a festeggiare sono tutti i protagonisti del progetto. Terminati i cinque mesi di apertura agevolata dei negozi, il risultato è nettamente positivo: undici delle venti attività avviate a novembre 2018 rimarranno aperte, il 55%.
Ecco i nomi: Emporio del rigattiere, Il mattarello (che da via Montanara si sposta in via Mazzini), Fake coma, Citylab, Hortus in urbe, l’associazione Atelier dei sogni (che da via Ginori si trasferisce in via Fanti), Jasmine Hassan fotografa, Coccole bio, Wooden beershop, La casa del quartiere e Montieri alpaca.
E oggi sono state consegnati gli attestati di partecipazione al progetto, sia ai popuppers che proseguiranno con la loro attività che a coloro che hanno deciso di interromperla, insieme con i proprietari dei fondi coinvolti senza la cui disponibilità Pop up non avrebbe potuto vedere la luce. Il progetto sulla sicurezza urbana cofinanziato dalla Regione Toscana, promosso dal Comune di Grosseto e realizzato in collaborazione con la cooperativa Sociolab e Fondazione Grosseto Cultura, prevedeva cinque mesi di affitto gratuito per 20 attività, accuratamente selezionate tramite una call for ideas, e insediate in altrettanti fondi sfitti nel centro storico.
Tutto ciò è stato possibile grazie ad un finanziamento regionale e all’impegno dell’amministrazione comunale che ha sostenuto il progetto con un ulteriore impegno economico, il tutto per un totale di circa 85mila euro.
«Abbiamo raggiunto un risultato straordinario – commenta Riccardo Ginanneschi – e l’abbiamo fatto riuscendo a far dialogare tanti soggetti diversi: è la dimostrazione che amministrare significa collaborare, e funziona. Grosseto stava attraversando un periodo di crisi che si è tradotto nello spopolamento del centro storico. Come assessore al commercio ho percepito chiaramente la necessità di arginare la desertificazione e trovare soluzioni per innescare il necessario processo di rigenerazione urbana. Il punto di partenza non poteva che essere il ripristino di una condizione di sicurezza in un’area caratterizzata da numerosi fondi privati rimasti sfitti, e quindi preda del degrado, facendoli diventare spazi dove sperimentare modalità di fare commercio innovative che abbracciassero la promozione artistica e culturale e, al contempo, la coesione sociale. Pop up non è, ovviamente, la soluzione a tutti i problemi del centro storico ma è stato sicuramente un buon innesco per il processo di rigenerazione urbana di cui Grosseto ha bisogno. Ho sempre creduto profondamente nel progetto Pop up ma questo risultato va oltre le più rosee aspettative ed è anche merito della collaborazione nella promozione del progetto con tutte le associazioni di categoria».