
In un panorama nazionale a tinte molto fosche, la Maremma, pur con numeri in calo, tiene a livello di artigiani (foto archivio)
GROSSETOIl mondo dell’artigianato italiano sta attraversando una crisi strutturale profonda. A certificarlo è una recente analisi della Cgia di Mestre, che parla senza mezzi termini: negli ultimi dieci anni il nostro Paese ha perso quasi 400mila imprese artigiane. Un’emorragia silenziosa ma costante, che sta erodendo uno dei pilastri storici dell’economia locale e nazionale. Il calo più evidente si è registrato tra il 2023 e il 2024. A livello nazionale, il dato è drammatico e riguarda tutte le regioni, anche se con intensità diverse. La provincia più colpita è Ancona, con un crollo del 9,4%, pari a 1.254 imprese artigiane scomparse in un solo anno. In questo contesto, la provincia di Grosseto mostra una tenuta relativa: secondo i dati, le imprese artigiane sono passate da 6.956 nel 2023 a 6.704 nel 2024, con una contrazione di 252 unità, pari al -3,6%. Un segnale certamente meno grave rispetto a quello di altri territori, ma che non può essere ignorato. A commentare il quadro è Mauro Ciani, segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto, che sottolinea l’urgenza di interventi strutturali.
"I numeri – dice Ciani - certificano un quadro allarmante per l’artigianato italiano: negli ultimi dieci anni il settore ha perso quasi 400mila imprese e anche nell’ultimo anno si registra una contrazione significativa. La provincia di Grosseto, pur segnando un calo, mostra una capacità di resistenza migliore rispetto ad altre realtà italiane". Secondo Confartigianato, la tenuta del comparto a livello locale si deve alla forte connessione tra le imprese artigiane e il tessuto sociale e produttivo del territorio. Tuttavia, i problemi strutturali restano: burocrazia soffocante, difficoltà di accesso al credito, aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, carenza di manodopera qualificata e mancanza di ricambio generazionale. Un punto critico sollevato da Confartigianato riguarda anche la normativa di riferimento: la legge quadro sull’artigianato è ferma al 1984. Secondo Ciani, si tratta di un impianto legislativo ormai superato, che finisce per penalizzare le imprese che, pur mantenendo i tratti tipici dell’artigianato, superano i limiti numerici o adottano forme societarie differenti. Per questo Confartigianato chiede una revisione profonda delle regole, che tenga conto della realtà produttiva attuale ma senza snaturare i principi fondanti del settore. Il rischio, secondo Ciani, è che si continui a perdere un patrimonio prezioso, non solo in termini economici, ma anche culturali e identitari.
"L’artigianato – prosegue - non ha alzato bandiera bianca: resiste, ma ha bisogno di politiche coraggiose che ne riconoscano il valore economico, sociale e culturale, perché senza artigiani – conclude - il territorio perde identità, competenze e coesione". Confartigianato Grosseto, da parte sua, conferma l’impegno per sostenere le imprese artigiane attraverso strumenti concreti: consulenze per l’accesso a bandi e credito, supporto in materia di lavoro, sicurezza, innovazione e progetti di formazione per i giovani. Ma è chiaro che la sola tenacia degli imprenditori non basta più. Serve una risposta politica forte, capace di proteggere e rilanciare un settore che continua a rappresentare un asse portante.
Nicola Ciuffoletti