
Roberto Barocci
Ennesima piena di acque miste del Fosso Beveraggio (piovane e nere, comprese quelle dei gabinetti) in uscita dalla bocca a stramazzo situata sotto la rotatoria tra via Uranio e via Cavalcanti. Un episodio analogo era stato documentato il 13 luglio scorso: anche allora, le acque contaminate raggiunsero rapidamente le zone di balneazione di Marina di Grosseto. Le analisi Arpat, effettuate solo il 15 luglio (due giorni dopo), portarono all’ordinanza sindacale di divieto di balneazione emessa il 17 luglio, ben quattro giorni dopo l’evento.
"Il Forum Ambientalista ritiene che la situazione del Fosso Beveraggio sia illegale - inizia Roberto Barocci - Il perchè? Quando fu autorizzata la costruzione della bocca era in una condizione di legalità perchè lo stramazzo in acque superficiali è consentito in via eccezionale. Si tratta di una decisione di buon senso: quando ci sono piogge eccezionali permette alle acque di traboccare nel fosso e di defluire verso il mare. Ma l’eccezionalità da un punto di vista idraulico si ripete ogni volta ogni 50 anni - ammonisce Barocci - Al fosso Beveraggio queste piene invece si ripetono diverse volte l’anno. Ed è tutto documentato".
Secondo Barocci (e la legge quindi) non esiste più "l’eccezionalità dell’evento perchè la città di Grosseto è cresciuta verso Roselle, sia nella zona dell’ospedale che alla Cittadella,. Raddoppiando il numero delle abitazioni rispetto a quando sotto via della Pace fu realizzata la conduttura di fogne nere che arriva a Barbanella, da via Cavalcanti fino a via Uranio. Rispetto a quando fu fatta questa fognatura la città ha dunque raddoppiato il numero di abitanti. Pertanto la fognatura non ce la fa a ricevere quantità d’acqua normale. Ma inoltre, nonostante ci siano i negazionisti e i terrapiattisti, il clima è cambiato e l’intensità delle piogge è diversa. Due fatti che fanno sì che l’eccezionalità non è più rispettata. Quindi quello scaricatore di piena è fuorilegge. Bisogna dunque - chiude Barocci - che le amministrazioni comunali le quali hanno incassato negli ultimi venti anni i soldi degli oneri di urbanizzazioni, avrebbero dovuto ricevere i nuovi impianti che non sono stati mai stati fatti".
Matteo Alfieri