
Tuccio (Vini di Maremma): "Non tanto per l’imbottigliato, ma per il prodotto sfuso molto apprezzato oltreoceano". Confcooperative: "Ora serve coesione e visione d’insieme".
GROSSETOMentre sul mercato internazionale tornano a farsi sentire le tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti, le cooperative agroalimentari del Grossetano si preparano ad affrontare un possibile contraccolpo economico, con effetti a macchia di leopardo sui diversi settori produttivi. A lanciare l’allarme è Confcooperative Toscana Sud, che attraverso il presidente Mario Marchi e la responsabile grossetana Sandra Fracchia, fotografa uno scenario incerto, dove solo alcune produzioni sembrano, per ora, al riparo dalle conseguenze dei dazi. Nel comparto agroalimentare grossetano, alcuni segmenti sembrano relativamente al sicuro. Il caseificio cooperativo di Sorano, ad esempio, non prevede impatti diretti: i suoi mercati di riferimento non includono gli Stati Uniti. Lo stesso vale per la cooperativa di Pomonte, attiva nella produzione di olio e pasta. Qui il problema principale è di natura diversa: "La nostra vera concorrenza è il grano canadese – denuncia il presidente Graziano Chelli – molto richiesto per l’alto contenuto di glutine, ma spesso contaminato da glifosato, che penalizza le produzioni locali più salubri". Decisamente più critica la situazione per il settore vitivinicolo, e in particolare per la storica cooperativa "I Vini di Maremma". Fondata nel 1954, la cooperativa produce anche vino biologico ed esporta parte della sua produzione oltreoceano. "Il mercato americano vale solo il 2% per quanto riguarda le bottiglie, ma la questione cambia - spiega il presidente Massimo Tuccio - con il vino sfuso, che rappresenta volumi molto più significativi, seppure commercializzati da altre aziende imbottigliatrici". Secondo Tuccio, la campagna del bianco ha subito un arresto improvviso all’avvio delle trattative sui dazi, mentre per il rosso la situazione è bloccata dallo scorso dicembre. Un freno che si inserisce in un quadro già complesso sul fronte interno: "La capacità di spesa sul mercato italiano si è ridotta sensibilmente dopo il boom post-pandemico". Nonostante le difficoltà, le cooperative non restano ferme. "Stiamo già pianificando la ripresa", conclude Tuccio, sottolineando come la cooperativa stia guardando ad altri mercati con una strategia di espansione di medio periodo. Nel complesso, il messaggio di Confcooperative è chiaro: servono visione, coesione e un sostegno concreto alla rete delle cooperative, che continuano a rappresentare una spina dorsale dell’economia rurale e agroalimentare del territorio grossetano.
Nicola Ciuffoletti