BARBARA BERTI
Cultura e spettacoli

Il ’babbo’ di Bruno la leggenda: “I libri la mia grande passione. Ai figli leggete tante storie”

Lo scrittore e illustratore: “Il personaggio è un evergreen perché rappresenta la libertà. Da piccolo ero timido, adoravo i fumetti, vivevo in campagna e facevo delle grandi merende”

Lo scrittore e illustratore Simone Frasca

Lo scrittore e illustratore Simone Frasca

Firenze, 10 agosto 2025 – “Leggere un racconto ai figli necessita tempo. Ma è il più bel regalo che possiamo fare loro”. Parola di Simone Frasca (64 anni), scrittore e illustratore fiorentino di libri per ragazzi, da anni lavora per diverse case editrici italiane ed estere e il suo personaggio più noto è Bruno lo Zozzo di cui sono usciti cinque volumi per il ’Battello a Vapore’ (Piemme). Inoltre, da anni, collabora alle pubblicazioni dell’Istituto degli Innocenti di Firenze e del Ministero del Welfare sui temi dell’affido familiare e dei care leavers.

Lo scrittore e illustratore Simone Frasca a 6 anni
Lo scrittore e illustratore Simone Frasca a 6 anni

Illustratore o scrittore?

“Quando i bambini mi fanno questa domanda rispondo così: sfogliate i miei libri e lo capirete da quanto testo e quanti disegni ci sono. Spoiler: i disegni prevalgono. Solitamente, però, un libro all’anno cerco di scriverlo. Quest’anno addirittura due: ‘La Casa dalle Cento Porte’ (Piemme), scritto con Sara Marconi uscirà a ottobre, giusto in tempo per Halloween. E a novembre tocca a ‘Mandeville. La minaccia del Mangiacose’(LibriVolanti), scritto e illustrato da me. Mandeville parla di una scuola dove convivono creature fantastiche appartenenti a culture e mitologie diverse. Nei miei incontri con i bambini delle scuole (per esempio in occasione del ’Festival un prato di libri’) mi trovo spesso davanti aule multietniche dove se le difficoltà non mancano, le opportunità prevalgono”.

Lei che bambino è stato?

“Timido. Vivevo in campagna proprio come Bruno Lo Zozzo e già allora disegnavo fumetti”.

Anche lei aveva un maiale per amico?

“(Ride, ndr). Non ne avevo bisogno: sono autodidatta anche in quello. Mi scapicollavo per i campi, facevo grandi merende: la storia di Bruno Lo Zozzo è la mia autobiografia comica”.

Bruno quest’anno compie 30 anni ed è sempre amato. Qual è il segreto?

“Bruno lo Zozzo nasce nel 1995. Avevo conosciuto il responsabile della collana ’Il Battello a Vapore’ alla Fiera del libro di Bologna. Mi aveva assegnato un testo da illustrare invitandomi a scrivere una mia storia. Quando gli mandai per fax la bozza di Bruno mi rispose: sarà un evergreen. E così è stato: dai libri è passato in teatro grazie all’associazione Zera, a Bari c’è una compagnia che lo porta in scena con le marionette. Nonostante i cambiamenti della società, il personaggio continua a piacere ai bambini perché racchiude il fascino del proibito: non si lava, gioca con un maiale. Bruno è la libertà totale”.

E Zia Natale?

“Anche lei dalle pagine è già passata al palco grazie alla produzione della Fondazione Accademia dei Perseveranti (Teatro Dante Carlo Monni, ndr). Zia Natale, la sorella minore di Babbo Natale, allergica alle renne e grande viaggiatrice, è una donna indipendente, amante dei libri, proprio come mia madre Maria Grazia Ghelardi, per anni direttrice della biblioteca di Architettura di Firenze. Mi sono ispirato a lei per la storia”.

Quando ha capito che avrebbe intrapreso la carriera artistica di illustratore?

“I libri sono da sempre una mia passione. Ma tutto è iniziato per caso. Sono autodidatta, ho iniziato a lavorare nel mondo dell’illustrazione dopo l’Università, collaborando con Libero Gozzini a Milano. Un percorso che mi ha portato, nel 1990 ad aprire uno studio di illustrazione a Firenze. Lo scrivere è arrivato subito dopo: nel 1991 grazie a Daniele Nannini, autore e illustratore di libri per bambini, ho pubblicato il mio primo libro per Fatatrac dal titolo ‘Minaccia dallo spazio’”.

Da anni ormai vive a Sesto Fiorentino con la famiglia, ma se le dico Le Cure?

“Il mio posto del cuore. Quando ho deciso di iscrivermi a Storia dell’Arte sono tornato a vivere a Firenze, a casa di mia nonna, proprio in piazza delle Cure. E quando ho cercato un posto per il mio studio, ad eccezione della prima sede che era in via Romana accanto al giardino di Boboli, ho sempre scelto di lavorare alle Cure. È un quartiere bello, vivo, verde”.

Legge ancora le storie a suo figlio per farlo addormentare?

“Ormai è grande, ha vent’anni, frequenta la facoltà di Economia, è un capo scout e ha una gran voglia di cambiare il mondo. Sono molto orgoglioso di lui. Da bambino ogni sera gli leggevo qualcosa, spesso però i racconti di altri, perché avevo l’impressione che fosse poco ‘carino’ leggergli le mie storie. Solo per Bruno ho fatto un’eccezione: ci alternavamo alle letture una sera io e una mia moglie, Katia che è brasiliana e guida turistica per bambini, interpretando le voci dei vari personaggi. Il nostro cult book: ’Il GGG’ di Roald Dahl”.

La prossima storia che scriverà?

“Chissà... Mi piacciono i libri dove partendo dalla realtà di tutti i giorni si arriva in un mondo fantastico, condito da un po’ di umorismo. Stile Narnia. Amo i personaggi che hanno difetti che poi sono i loro punti di forza. Secondo me si può raccontare tutto ai bambini, ovviamente con le parole giuste in base all’età: bisogna mettersi alla loro altezza e non ‘bambineggiare’. Questa è l’idea alla base dei miei lavori”.