
Via Giovanni da Empoli, chiusa per il rischio crollo
Firenze, 20 settembre 2025 – Via Giovanni da Empoli sarà “liberata” intorno alla metà di novembre. S’intravede dunque la fine dell’odissea della strada che insiste sul retro del cantiere Esselunga di via Mariti, tristemente noto per i cinque morti sul lavoro causati dal crollo di una trave, avvenuto il 16 febbraio del 2024.
Da quel giorno, l’area è sotto sequestro e per motivi di sicurezza anche la strada in questione era interdetta ad auto e pedoni.
Dopo l’ok della procura, e un’ordinanza di Palazzo Vecchio, Esselunga, proprietaria dell’area tramite la società ’La Villata’, su cui stava costruendo un supermercato, ha programmato i lavori che porteranno alla restituzione di questa strada.
A partire dalla prossima settimana, ci saranno i primi accessi al cantiere, per svolgere attività propedeutica alla messa in sicurezza, i cui lavori cominceranno, secondo una bozza di programma, tra il 29 settembre ed il primo di ottobre.
Sei le settimane di lavori previste complessivamente per un’operazione che si concentrerà sulla parete affacciata su via Giovanni da Empoli e che riguarderà anche il ripristino della circolazione stradale.
Un mese e mezzo di lavori che, senza imprevisti, dovrebbero consentire la riapertura della via intorno alla metà del mese di novembre.
Questi lavori erano stati attesi e sollecitati dai residenti e dai commercianti, che in questi mesi hanno convissuto con i disagi più disparati.
Oltre a non poter arrivare in auto sotto alla propria abitazione o alla propria attività, la chiusura aveva creato angoli in preda al degrado e anche all’insalubrità.
I lavori di messa in sicurezza di via Mariti rappresentano il primo passo verso la normalizzazione, anche se resta in sospeso quale sarà il destino del cantiere.
A causa del sequestro conseguente all’inchiesta giudiziaria, i tempi di realizzazione della struttura sono ormai dilatati e, in presenza dei sigilli, pare impossibile anche fare una previsione sul futuro.
L’inchiesta. Da quel tragico mattino (in cui morirono Luigi Coclite 60 anni, Mohamed Toukabri 54, Mohamed El Farhane, 24, Taoufik Haidar, 43, e Bouzekri Rahim, 56), è passato più di un anno e mezzo. La procura non ha ancora chiuso le indagini. Anzi, sono tutt’ora in essere alcune misure cautelari ed è in corso un ping pong di ricorsi sui sequestri delle aziende che hanno progettato e costruito la trave che ha visto proprio in questa settimana pronunciarsi la Cassazione: la Suprema Corte ha annullato con rinvio il sequestro preventivo delle aziende e delle azioni delle società Rdb e Italprefabbricati. La motivazione non è stata ancora depositata. Toccherà al tribunale del riesame di Firenze, ora, valutare e adottare una nuova decisione sulla base dell’indirizzo della Cassazione.
Le accuse. A provocare il disastro, secondo la procura di Firenze, sarebbe stato l’errore di progettazione di una trave realizzata dall’azienda Rdb.Ita di Atri (Teramo). La trave cedette provocando il collasso dei solai e quindi il crollo. Finora tre le persone indagate: l’ex amministratore unico della RdbIta Alfonso D’Eugenio, l’ingegner Carlo Melchiorre, responsabile tecnico di produzione di Rdb.Ita spa e autore del progetto dei prefabbricati destinati al cantiere, e l’ingegnere Marco Passaleva direttore dei lavori per la realizzazione del nuovo supermercato. Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo, lesioni colpose e crollo doloso.