REDAZIONE FIRENZE

Verniani scrive al ministro: "Scelte rischiose sui vaccini"

La consigliera, da anni battagliera sul tema, si unisce alle polemiche nazionali sulla nomina di due professionisti apprezzati dai No-vax nel comitato tecnico.

Corinna Verniani, consigliera comunale di Immagina Greve

Corinna Verniani, consigliera comunale di Immagina Greve

"Signor ministro, mi spieghi perché ha nominato nel comitato tecnico consultivo per le politiche vaccinali l’ex ematologo Paolo Bellavite e il pediatra Eugenio Serravalle". Corinna Verniani, grevigiana, mamma di due bambine, consigliera comunale di Immagina Greve, ha scritto al ministro della Sanità Orazio Schillaci sulla scia delle polemiche scoppiate a livello nazionale intorno alla nomina dei due, ritenuti scettici sulle vaccinazioni, come membri del Nitag.

Consigliera, perché ha deciso di scrivere al ministro? "Ritengo che il comitato tecnico per i vaccini sia un luogo dove esprimere opinioni scientifiche, da tenere il più lontano possibile da ideologie. E invece vengono nominati due componenti vicini al mondo antivaccini. Uno, pediatra, Serravalle, visto come un vero riferimento, ha scritto anche un libro, ’Bambini super vaccinati’. Con queste scelta le mie figlie vengono esposte ad un rischio reale di salute".

Queste nomine l’hanno quindi delusa... "Beh, se certe idee entrano in un comitato tecnico, allora è tutto inutile mi verrebbe da dire. Ripeto, sono spazi dove la politica non dovrebbe entrare. Perché alla fine, comunque vada, sarà una sconfitta per la scienza. Qualunque decisione ci sarà, a perdere sarà il metodo scientifico, sarà lui il grande sconfitto".

Pensa che avrà una risposta? "No, penso che non mi risponderà, ma ho voluto far sentire la mia voce di cittadina, mi sono voluta unire al coro di chi si è opposto".

La sua battaglia per i vaccini risale al 2016. Qual è stata la scintilla? "Mi figlia più grande, a causa di una malattia contratta da piccola, una encefalite, è immunodepressa. Quando iniziò le scuole, non c’era l’obbligo delle vaccinazioni, ma eravamo tranquilli perché pensavamo che la comunità scolastica fosse protetta. E invece non era così, quasi la metà della sua classe non era vaccinata e questo avrebbe esposto mia figlia a rischi. Quindi si dovette cambiare scuola".

Anche in quella occasione fece sentire la sua voce? "Scrissi una lettera all’allora presidente del Senato Pietro Grasso che la lesse in aula e venne sottoscritta da migliaia di persone".

L’anno successivo, la legge Lorenzin istituì l’obbligo. La sente un po’ sua? "Credo di aver dato una spinta, c’è stata un’onda lunga e ho contribuito. Ci fu anche la presa di posizione dell’allora assessora alla Sanità toscana Stefania Saccardi che portò alla legge regionale presa a modello per quella nazionale".

Andrea Settefonti