LEONARDO BARTOLETTI
Cronaca

"Vendemmia precoce per il caldo, ma l’uva è sana. Vino di qualità"

Il presidente del Consorzio Chianti Rufina, Gerardo Gondi, non ha dubbi sullo stato di salute delle viti. Il vero nodo sono i dazi

Il presidente del Consorzio Chianti Rufina, Gerardo Gondi

Il presidente del Consorzio Chianti Rufina, Gerardo Gondi

"La qualità delle uve appare al momento eccellente. Per cui anche dal vino che ne deriverà ci aspettiamo le stesse caratteristiche di livello". Non ha dubbi il Presidente del Consorzio Chianti Rufina, Gerardo Gondi, impegnato in questi giorni nella sua Tenuta Bossi nella vendemmia. Insieme a lui sono al lavoro nelle rispettive aziende anche altri venti imprenditori, che fanno parte di un marchio famoso nel mondo per la sua qualità decisamente elevata. "Abbiamo iniziato la raccolta delle uve con qualche giorno di anticipo - dice Gondi -. La maturazione è arrivata poco prima a causa delle alte temperature raggiunte in questo periodo estivo. Però, da quanto possiamo vedere, le uve appaiono decisamente sane e, da quello che ci aspettiamo, l’annata del vino dovrebbe essere eccellente".

Qual è attualmente la consistenza, in termini numerici, del Consorzio Chianti Rufina? "La nostra realtà riunisce circa venti aziende che operano su un territorio che si estende per circa settecento ettari totali, producendo poco più di tre milioni di bottiglie l’anno. Quello che caratterizza il Chianti Rufina è una qualità media del vino che non ha uguali e che è in grado di competere ai massimi livelli su scala mondiale".

In questo contesto si inserisce ‘Terraelectae’. Può spiegarci di cosa si tratta? "Rappresenta la vera essenza della Rufina, sinonimo di un vino con tutte le migliori caratteristiche del Sangiovese di Toscana. Si tratta di un marchio volontario di concezione e di proprietà dei produttori aderenti al Consorzio Chianti Rufina, utilizzabile esclusivamente in relazione a vini conformi al disciplinare previsto. Il vino deve essere ottenuto esclusivamente da uve prodotte nella zona di produzione Chianti Rufina docg, con base Sangiovese 100% e riportare in etichetta la menzione "Vigna" o "Vigneto". Deve essere tracciato, la vinificazione e conservazione del vino devono avvenire in recipienti separati. Il vino deve inoltre appartenere alla categoria riserva, nel rispetto dei parametri del disciplinare, oltre ad una produzione massima di settanta quintali per ettaro, alcol non inferiore a 12,5%, trenta mesi d’invecchiamento diciotto dei quali in legno ed almeno sei in bottiglia, con divieto di utilizzo di fiaschi".

Quale sarà l’impatto dei dazi statunitensi sull’export delle aziende del Chianti Rufina, che mediamente vale circa il 30/40 per cento in relazione alle singole realtà? "Fino ad oggi siamo andati avanti a voci ed ipotesi. Adesso che conosciamo le regole d’ingaggio è possibile organizzarsi. Questo sarà possibile anche grazie alla scelta che abbiamo fatto di riorganizzare il Consorzio a livello manageriale".

Quali sono le iniziative che caratterizzeranno le prossime presenze del Chianti Rufina sul territorio? "Attualmente siamo presenti al Firenze jazz festival. A fine mese, poi, sarà la volta del Bacco Artigiano di Rufina, che quest’anno compie cinquant’anni. Poi, il 19 ottobre, il Consorzio Chianti Rufina sarà partner della notte bianca in via Gioberti a Firenze".