MANUELA PLASTINA
Cronaca

Vaccinazioni in ritardo. E a causa della pertosse c’è un boom di ricoveri

L’immunologa Azzari del Meyer spiega che è meglio giocare d’anticipo "Aspettare il termine ultimo espone a rischi inutili i bambini e gli altri".

Chiara Azzari, responsabile del servizio di immunologia pediatrica del Meyer

Chiara Azzari, responsabile del servizio di immunologia pediatrica del Meyer

Sono aumentati di ben nove volte gli accessi in ospedale di ragazzi sotto i 16 anni per pertosse: rispetto al periodo 2016-2019, lo scorso anno l’ondata di questa malattia altamente infettiva ha aumentato le necessità di cure ospedaliere. I dati toscani emergono da uno studio nazionale del Meyer di Firenze pubblicato sulla rivista Eurosurveillance.

E in Toscana come vaccinazioni siamo molto avanti rispetto a altre regioni, con un 97,5% di bimbi di 24 mesi già vaccinati con la terza dose di tetravalente che include la pertosse. Lo studio curato da Francesco Nieddu ha registrato nel 2024 l’accesso in ospedale di 259 ragazzi con pertosse confermata in laboratorio. Oltre la metà dei casi riguarda giovani tra 10 e 16 anni; i neonati sono il 7% dei casi.

I ricoveri sono pochi perché questa patologia è rischiosa in particolar modo per le persone fragili e i bambini molto piccoli. Ma gli accessi sono tanti, per una malattia prevenibile con un vaccino ad alta copertura. Anticipare al primo giorno utile la vaccinazione è l’antidoto, suggerisce la professoressa Chiara Azzari, responsabile del servizio di immunologia pediatrica del Meyer.

Professoressa Azzari, perché se i livelli di vaccinazione sono così alti nella nostra regione, ci sono comunque molti casi di pertosse?

"Perché si tende a rinviare il momento in cui vengono somministrate le varie dosi. Il 97,5% dei bambini piccoli immunizzati con le tre dosi, prende in considerazione l’età di 24 mesi, anche se andrebbero concluse entro il primo anno, ma sappiamo bene che tante famiglie dilatano la tempistica. È sbagliato: vanno fatte prima. I neonati poi sono i più a rischio".

Il maggior numero di accessi riguarda però gli adolescenti.

"A 16 anni ha fatto il richiamo solo il 75,8% dei ragazzi. Ci sarebbe ancora tempo: la dose di tetravalente può essere fatta, da calendario vaccinale consigliato, nella fascia di età tra i 12 e i 18 anni. Ma se fatta subito, al primo giorno utile cioè all’indomani del 12° compleanno, fa acquistare anni di copertura da questa malattia e sono fondamentali. Inutile attendere o rinviare".

È avvenuto di recente con una bimba che ha contratto il morbillo perché ha rinviato a dopo le vacanze il richiamo vaccinale. L’avete salvata al Meyer dopo tante cure…

"Esatto. Mai rinviare. Meglio sfruttare il primo momento possibile per immunizzarsi".

La pertosse è pericolosa?

"Solo per i bambini piccoli e per le persone fragili. Da qualche anno al Meyer non abbiamo morti da pertosse nei neonati, ma nel passato ci sono stati e in altre regioni, meno immunizzate di noi, ci sono. Chi prende la pertosse, mette a repentaglio la salute degli altri".

Si tratta di una malattia che una volta presa, non si riprende nel corso della vita?

"Purtroppo no. Si può riprendere più volte nell’arco dell’esistenza, ma sempre meno forte e dunque confondibile con una tosse normale. I bimbi piccoli che arrivano da noi con questa patologia, scopriamo spesso che l’hanno contratta da mamme, nonne, fratelli maggiori, che non immaginavano di averla. Anche per questo bisogna stare attenti: il vaccino serve a se stessi e ai nostri cari".

Anche se la Toscana ha un’ottima copertura vaccinale, si può fare di più?

"Si può sempre fare meglio, anche con l’aiuto di pediatri e medici che devono ricordare ai pazienti la possibilità di vaccinarsi subito. Il solo rispetto formale del calendario vaccinale raccomandato non è sufficiente: una somministrazione tempestiva e appena possibile può evitare molti problemi a se stessi e a chi ci sta vicino".