REDAZIONE FIRENZE

Una o due liste per Giani? Vertice Iv-Avanti: "Il Pd spera di dividerci per non farci eleggere"

"Auspichiamo due liste per la componente moderata", avrebbe detto il segretario regionale Pd giovedì in direzione. Ma per il governatore...

"Auspichiamo due liste per la componente moderata", avrebbe detto il segretario regionale Pd giovedì in direzione. Ma per il governatore...

"Auspichiamo due liste per la componente moderata", avrebbe detto il segretario regionale Pd giovedì in direzione. Ma per il governatore...

"Auspichiamo due liste per la componente moderata", avrebbe detto il segretario regionale Pd giovedì in direzione. Ma per il governatore uscente fresco di ricandidatura "il ragionamento in Toscana può essere quello di cumulare la lista del presidente con le liste delle forze ‘gradualiste’ più riformiste, dando una focalizzazione forte a questa posizione nel contesto della coalizione". I desiderata di Emiliano Fossi e di Eugenio Giani non collimerebbero, a quanto sembra. Entro martedì, "al massimo", l’apparente cortocirtuito dovrebbe sciogliersi d’emblée, quando andrà in scena un vertice a tre con Italia Viva da una parte (con il pretoriano di Renzi, Francesco Bonifazi), le quattro gambe lib-dem di Avanti dall’altra (Azione, +Europa, Socialisti, Repubblicani), e Giani nel mezzo, in qualità di arbitro. Entro Ferragosto va trovata la mediazione. I renziani sarebbero disposti a rinunciare in Toscana - impensabile fino a qualche tornata fa - al simbolo di partito per federarsi con le altre forze di centro. Anche per tenersi alla larga dallo sbarramento al 3%, "tornando in Regione con voti di altri - bisbigliano i riformisti Pd -. Renzi è troppo scaltro. Ha fiutato che un listone unico potrebbe valere persino il 10%". Un viatico per confermare assessori e consiglieri, intuito però dalle pattuglie in Avanti. Intimorite dalla formula che potrebbe "non identificarci più". La contropartita da mettere sul tavolo con Iv potrebbe essere il listino bloccato per blindare nomi e scranni. Se non fosse che l’opzione "piace poco" al candidato Giani, in prima linea per la costruzione di un unico contenitore riformista per controbilanciare una coalizione troppo spostata a sinistra tra schleiniani, Avs e 5Stelle. Il punto è che i dem "sperano di dividerci per farci prendere il 2,99% a testa - la mela avvelenata dei centristi -. Con un campo così largo, ogni non eletto dei nostri è un seggio in più per il Pd". Che rischia di ridimensionare parecchio i 22 consiglieri regionali eletti eletti 5 anni fa. Scollinata la fase del candidato presidente, ora, è tempo della ’politica col pallottoliere’, calcolatrice alla mano, per il numero di liste e deroghe.

Francesco Ingardia