
"Un giorno, in una famiglia, nacque un figlio inadatto (...) All’inizio, la famiglia non individuò il problema con esattezza. Il...
Un giorno, in una famiglia, nacque un figlio inadatto (...) All’inizio, la famiglia non individuò il problema con esattezza. Il bambino era anche molto bello. La madre riceveva visite di gente del paese e anche dei borghi circostanti (...) Si parlava piano per non spaventare il bambino che se ne stava tutto buono nella sua sdraietta: Aveva un buon profumo di fiori d’arancio. Sembrava attento e tranquillo. Aveva le guance rotonde e pallide, e i capelli castani, grandi occhi scuri. Un neonato della zona e che a quella zona apparteneva. Le montagne sembravano matrone che vegliavano su di lui, con i piedi nei fiumi e il corpo ricoperto di vento. Il bambino era accettato, come tutti gli altri. Qui i neonati avevano gli occhi scuri, e i vecchi erano magri e asciutti. Tutto rientrava nell’ordine. Dopo tre mesi ci si accorse che il bambino non diceva niente. Rimaneva in silenzio la maggior parte del tempo, tranne che per piangere. A volte appariva un sorriso, un cipiglio, un sospiro dopo il biberon, un sussulto quando qualcuno sbatteva la porta. Tutto qui. Pianto, sorriso, cipiglio, sospiro, sussulto. Nient’altro.
’Adattarsi’ è una storia di emozioni, di perdite, di miracolosi ritrovamenti, di paure, di smarrimenti, di rabbie, di speranze e di infinite dolcezze. Ed è anche una storia di montagne, di rocce, di acqua e di vento, di luoghi e solitudini. La vicenda è semplice: in una famiglia della montagna francese nasce un bambino, è bello, sorride e tutti vengono a rendergli omaggio. Ma dopo poco ci si accorge che è gravemente disabile e morirà presto. Questo sconvolge gli equilibri della famiglia, ridefinendo il destino dei due fratelli e dei loro genitori.
Perché questo bambino è un neonato eterno, un bambino "inadatto", e traccia una frontiera invisibile tra la sua famiglia, gli altri e il mondo, l’intero mondo. Il figlio maggiore si fonde con il bambino, ci si attacca, ci si abbandona, capisce che da questa fragilità può imparare che cos’è la vita. Nella figlia minore s’insediano invece dapprima il disgusto e la collera e poi l’esigenza di ricostruire un equilibrio. L’ultimo figlio, che arriva dopo la morte dell’"inadatto", dopo che i due più grandi se ne sono andati, vive all’ombra dei fantasmi familiari portando dentro di sé, come una specie di angelo, la forza di una riconciliazione. Un libro folgorante e struggente sull’amore, la famiglia, la solitudine e la resistenza.
Clara Dupont-MonodAdattarsi Clichy