FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Moda e settembre, mese del giudizio: "Chi oggi soffre rischierà di sparire"

Il monito di Federmoda: "Sarà il momento delle scelte, serve chiarezza su cassa integrazione e aiuti"

Il monito di Federmoda: "Sarà il momento delle scelte, serve chiarezza su cassa integrazione e aiuti"

Il monito di Federmoda: "Sarà il momento delle scelte, serve chiarezza su cassa integrazione e aiuti"

"Settembre sarà il momento delle scelte". Ovvero il momento in cui si capirà chi riuscirà a sopravvivere nella filiera della moda e chi invece dovrà cedere alla crisi. Storicamente nella capitale del distretto del lusso, settembre era il mese della ripartenza, con una stima degli ultimi ordini, e la pianificazione del lavoro per le collezioni della stagione successiva. "Attualmente – ha detto Simone Balducci di Federmoda Cna Firenze – la crisi continua a farsi sentire. In questi anni a risentirne sono stati principalmente i piccoli e i medi. Ma ora corriamo il rischio di salire ancora di livello. Dal governo nazionale non abbiamo avuto risposte soddisfacenti a ora. Molte delle partite che sono aperte, soprattutto sul potenziamento della cassa integrazione, sono rimaste al palo. E le imprese non riescono più a reggere davanti a tanta incertezza".

La moda, secondo i dati Irpet presentati all’ultimo consiglio comunale aperto sul tema, conta per il 37% degli addetti industriali nell’area fiorentina. A Scandicci la moda conta per il 71% degli addetti industriali. I primi indicatori della crisi sono stati registrati a gennaio 2023, con la flessione della produzione della moda che ha sopravanzato quella complessiva dell’industria. Non ci sono ancora segnali di inversione di tendenza. E ora c’è da capire cosa vorranno fare le grandi maison, Kering in particolare che a Scandicci ha il quartier generale di Gucci e un insediamento di Yves Saint Laurent.

Gli operatori sono curiosi di capire quali saranno le mosse del nuovo amministratore delegato, Luca De Meo, arrivato da Renault per risanare il colosso del lusso in profonda difficoltà, proprio con Gucci che è il brand con più criticità dell’intero gruppo.

"L’incertezza internazionale, i nuovi dazi imposti da Donald Trump – ha aggiunto Balducci – sicuramente hanno avuto e avranno ancora effetti pesanti sul settore. In questo contesto si inseriscono i progetti della Regione, che punta a dare un sostegno concreto alle aziende che saranno in grado di reggere con una progettualità. Per chi invece è in difficoltà, il rischio purtroppo è quello di sparire".

Una crisi certificata anche dall’Istat che nel primo trimestre aveva dato numeri paurosi: -5,2% il tessile, -20% l’abbigliamento, -20,7% la pelle. Secondo gli analisti, fino alla fine il 2025 sarà un anno difficile. Ma il problema che ci sono tanti punti interrogativi anche sul 2026.

Anche per Assopellettieri, il primo trimestre 2025 è stato un indicatore della crisi infinita. In una fase pre dazi, il calo delle vendite all’estero era a -8,5% con un pesante -17,5% dei mercati asiatici, e la riduzione del 4,4% per quanto riguarda il commercio al dettaglio in Italia.

L’associazione nata in seno a Confindustria e guidata da Claudia Sequi aveva dato un quadro a tinte fosche della situazione, con particolare riguardo per la Toscana, che è la locomotiva del comparto, ed è in profonda difficoltà.

Fabrizio Morviducci