CIRO
Cronaca

Troppa carne, vizio di re e giovani. Il segreto è un “canarino“ al giorno

Che cos’hanno in comune i nobili di un tempo e i più piccoli? L’alimentazione monocorde e zero frutta

Che cos’hanno in comune i nobili di un tempo e i più piccoli? L’alimentazione monocorde e zero frutta

Che cos’hanno in comune i nobili di un tempo e i più piccoli? L’alimentazione monocorde e zero frutta

Ciro Vestita

Mangiare tonnellate di cibi carnei elaborati è sempre stata la caratteristica di nobili e re. Famosi i pranzi del patrizio Lucullo fatti di porchetta infarcita di quaglie e pernici, il tutto con abbondante vino. Di verdura e frutta nemmeno l’ombra visto che per loro erano i cibi dei poveri. Ma i medici del tempo ci dicono che gli habitué dei pranzi luculliani morivano tutti giovani.

Queste pessime abitudini durarono per secoli. Si racconta di Enrico VIII (re inglese più famoso per aver decapitato le sue consorti che per il suo scisma religioso), che avesse una vera passione per la caccia soprattutto di cinghiali, lepri, fagiani che poi finivano puntualmente sulle sue tavole regali.

Pare che il buon Enrico pesasse ben 180 chili e che in vita sua non avesse mai assaggiato un arancio o un piatto di cicoria. Questo sembra sia stata la causa di una patologia tipica della marineria inglese e cioè lo scorbuto. Mangiare solo carne vuol dire non assumere vitamina C e questo porta allo scorbuto che spesso colpiva i marinai inglesi i quali, causa lunghi viaggi, si cibavano solo di carne essiccata e formaggi fermentati.

Enrico infatti morì giovane per una malattia che poteva essere evitata con un arancio al giorno. Anche la famiglia dei Medici ebbe la stessa sorte. Questi ricchi borghesi mangiavano talmente tanto da sviluppare micidiali attacchi di gotta: il padre di Lorenzo il Magnifico veniva addirittura chiamato “Piero il gottoso”.

Ma fu proprio Cosimo dei Medici a capire che gli agrumi erano fondamentali per una vita sana ed infatti creò a Palazzo Pitti una meravigliosa orangerie. Questa innovazione fece scuola ed infatti in Francia i nobili fecero creare nei loro palazzi orangerie e citronerie in abbondanza. Al giorno d’oggi le cose sono cambiate ma non tantissimo. Tanti giovani infatti sviluppano carenze (fortunatamente non gravi) di Vitamina C.

I sintomi più eclatanti sono gengiviti e lingua a carta geografica, sindrome fastidiosa ed anche dolorosa. Questo dipende dal fatto che molti ragazzi per mesi mangiano solo pizzette e panini. Ciò accade spesso con gli studenti fuori sede che vivono in piccoli appartamenti ove è difficile cucinare. Più facile quindi andare avanti a sandwich birre e patatine.

Dopo mesi di questa monocorde alimentazione cominciano i guai. Cosa fare quindi per i nostri ragazzi? Convincerli a consumare almeno una volta al giorno un po’ di frutta e verdura.

Ma torniamo al limone, il frutto dei miracoli: esso infatti abbassa il colesterolo, ”pulisce” le arterie ma soprattutto grazie alla sua ricchezza in antibiotici naturali contrasta tutte le patologie raffreddative che puntualmente arriveranno in autunno.

E poi...come dicevano i nostri ’vecchi’ "del limone e del maiale non si butta via nulla". E quindi del limone usiamo la buccia per farci quotidianamente un “canarino” che altro non è se non la decozione del limone in acqua bollente: è un ottimo e salutare digestivo.