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Una targa sulla casa natale di Francesco Nuti: ‘Ma è quella sbagliata’. La figlia spegne le polemiche

Ginevra Nuti: “Mio padre è nato in via Rinuccini, ma mio nonno ne registrò la nascita all'anagrafe in via Sant'Antonino. Errore in buona fede, conta il bellissimo gesto”

Francesco Nuti

Francesco Nuti

Firenze, 17 maggio 2025 – Una ‘polemica’, se così si vuol chiamare, nata da un errore commesso in totale buonafede. Francesco Nuti è nato in via Rinuccini 14, a Firenze, il 17 maggio 1955. Ma oggi, per ricordarlo, il Comune di Firenze apporrà una targa in sua memoria in via Sant'Antonino 23. Perché? Semplice, perchè quella era la residenza della famiglia, mentre l’altra, quella di via Rinuccini, era la casa della nonna. Quella dove il celebre attore, scomparso il 12 giugno 2023, era effettivamente nato.

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"Oggi mio padre avrebbe compiuto 70 anni. E Firenze ha scelto di ricordarlo pubblicamente. Per me questo conta più di qualsiasi indirizzo, via o civico. Ringrazio di cuore la sindaca Sara Funaro, l'assessora Caterina Biti, l'assessore Giovanni Bettarini e, in particolare, Mirco Rufilli, che si è impegnato con sensibilità e rispetto fin dal primo momento", ha detto Ginevra Nuti, figlia di Francesco, intervenendo sul dibattito. E' stato il fratello dell'attore e regista, Giovanni Nuti, a porre pubblicamente la questione attraverso un post su Facebook: "Firenze, via Ottavio Rinuccini 14, qui è nato Francesco Nuti, il 17 maggio 1955. Ciao Cecco. Nella casa dove oggi appongono la targa in ricordo di Francesco in realtà ci sono nato io, non lui".

"Francesco era un uomo di cuore, ironia e poesia. È nato in una casa piena d'amore, è cresciuto tra Firenze e Prato, ma ha vissuto - e continuerà a vivere - nel cuore di chi lo ha seguito, amato, ascoltato - afferma ancora Ginevra Nuti in una dichiarazione - So bene com'è nata questa piccola confusione: mio padre nacque in casa, in via Rinuccini, dove viveva la famiglia di mia nonna all'epoca, ma mio nonno ne registrò la nascita all'anagrafe indicando l'indirizzo di via Sant'Antonino 23, che era la residenza della famiglia. Se c'è stato un errore, è nato in buona fede dal nonno, come succedeva spesso in quegli anni. Ridurre la sua memoria a una polemica su un indirizzo rischia di farci perdere di vista il senso profondo di questo gesto: quella di oggi è una targa, sì. Ma è anche un segno, un riconoscimento, un atto d'amore collettivo".

"Mio padre non è mai stato definibile da un indirizzo. Era un artista che abitava l'anima delle persone, che entrava nelle case attraverso lo schermo, le sale, la musica. Grazie Firenze. Oggi è una giornata bellissima", conclude Ginevra.