di Stefano Brogioni
FIRENZE
Aveva fatto scalpore il coraggio della commerciante di San Jacopino Rossella La Regina, che il 2 agosto scorso aveva sventato la rapina ai suoi danni reagendo al malintenzionato, ma aveva fatto storcere la bocca anche la circostanza che il balordo, benché identificato a tempo di record dalla polizia, fosse rimasto a piede libero.
La legge non consente infatti l’arresto fuori flagranza, ma il pm Alessandro Moffa non ha mollato la presa e adesso ha ottenuto dal gip Alessandra Scarlatti la misura di custodia cautelare in carcere per il presunto autore dell’assalto allo ’Svapos’ di via Toselli, il 32enne fiorentino A.B.
Colpo fallito, appunto, per la veemente reazione della commerciante 55enne, nonostante lui, brandisse un coltello.
La scena era stata interamente ripresa dall’impianto di videosorveglianza del negozio di sigarette elettroniche di La Regina. Immagini e audio che restituisocno la concitazione di quei pochi secondi.
"Dammi la cassa, dammi la cassa", disse il rapinatore con la il volto coperto da una pezza sulla bocca e da un cappello calato sulla fronte. In mano aveva una lama ma la commerciante, mentre egli si avvicinava alla cassa, urla e comincia a respingerlo e colpirlo.
Lui, forse spiazzato dalla reazione della donna, è tornato indietro sui suoi passi. Lei lo ha inseguito fino a fuori, e lui, scappando, le ha fatto sbattere la faccia contro la porta: tre giorni di prognosi per la negoziante-coraggio.
A.B. è stato poi sorpreso in un appartamento di via Doni. Un passante, udite le urla della commerciante, aveva visto il giovane in fuga entrare lesto in quel portone.
I poliziotti delle Volanti fecero irruzione nell’alloggio e lo trovarono nascosto sotto al letto.
Era vestito con gli stessi indumenti e le stesse scarpe Nike del video. Si era invece disfatto del coltello. Il resto lo hanno fatto le indagini delle Squadra mobile, che hanno integrato gli accertamenti “a caldo“ con altri elementi fondamentali per l’identificazione. Un quadro indiziario che ha fatto dire al giudice che "deve dirsi accertato" che il rapinatore sia proprio lui.
E, in virtù dei numerosi pregiudizi di polizia, il gip ha ritenuto che l’unica misura idonea ad arginare il rischio che, se libero, possa reiterare i reati, è quella del carcere.
"Siamo contenti per questo provvedimento - commenta l’assessore alla sicurezza di Palazzo Vecchio Andrea Giorgio -. Ringraziamo le forze dell’ordine per questo intervento che dà un segnale forte soprattutto all’esercente che aveva espresso la sua preoccupazione perché la persona che aveva tentato la rapina, tra l’altro noto alle forze di polizia, era libera. Casi come questo ribadiscono l’importanza di avere pene certe per chi compie reati. La sicurezza è un diritto di tutti e come Amministrazione continueremo a farci portavoce delle richieste dei cittadini".