ANDREA SETTEFONTI
Cronaca

Stop merce israeliana nelle farmacie: "Presa di posizione contro il massacro"

Approvata la delibera che impegna gli esercizi comunali a non vendere prodotti di aziende dello stato ebraico

Per le. farmacie. gestite da Farmapesa

Per le. farmacie. gestite da Farmapesa

Il Comune di Barberino Tavarnelle si schiera contro l’occupazione israeliana e aderisce alla campagna di boicottaggio economico contro Israele. La giunta, guidata dal sindaco David Baroncelli, ha infatti approvato una delibera che impegna le farmacie comunali gestite da Farmapesa a non vendere più farmaci e parafarmaci prodotti da aziende israeliane. Un’azione, che sebbene piccola, vuole esercitare una pressione economica diretta contro il governo israeliano. L’assessora Anna Grassi ha spiegato che la decisione è una presa di posizione netta contro quello che definisce un "grave massacro" in Palestina. "Non compriamo i prodotti israeliani e le merci che arrivano dai territori occupati palestinesi", ha dichiarato, sottolineando che l’obiettivo è sostenere la campagna internazionale per "mettere fine all’occupazione israeliana, garantire uguaglianza e promuovere il riconoscimento dei diritti fondamentali della popolazione palestinese". Grassi ha inoltre invitato le attività economiche locali e le aziende partecipate dal Comune a unirsi all’iniziativa.

La delibera, che condanna la "carneficina", prevede anche di interrompere ogni relazione istituzionale con rappresentanti, enti e istituzioni del governo israeliano fino al ripristino del diritto internazionale. Il Comune chiede inoltre allo Stato italiano di condannare l’operato del governo Netanyahu e di sospendere i rapporti economici e commerciali con Israele. Il sindaco David Baroncelli, che è anche referente della Rete degli Enti locali per i diritti del popolo palestinese, ha ribadito l’importanza di questo gesto. "Utilizzare la strategia della spesa critica", ha affermato, "è un modo per colpire al cuore l’economia israeliana". L’amministrazione spera che il boicottaggio possa attirare l’attenzione e indurre il governo israeliano a fermarsi.

Andrea Settefonti