
Gli sbandieratori (foto Germogli)
Sessant’anni di storia non sono pochi, soprattutto se raccontano la passione e la tenacia di un gruppo che ha trasformato un’idea in una tradizione viva. Era il 1965 quando, nel cortile dell’Istituto Marsilio Ficino di Figline, tre insegnanti e alcuni ragazzi decisero di cimentarsi con l’arte della bandiera. Quell’entusiasmo iniziale, che sarebbe potuto restare un’esperienza effimera, è diventato il Gruppo Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini che hanno intrapreso un percorso duraturo. Pochi giorni fa a Cavriglia, subito dopo il rientro dalla Polonia, hanno dato vita alla loro esibizione numero 2.000.
Questo speciale anniversario è stato celebrato con una festa che ha riunito generazioni di sbandieratori e amici del Gruppo, a partire da Alessandro e Giuliano Mini che nel 1965 hanno avviato quel cammino. E come ogni compleanno che si rispetti, sono arrivati due doni: il primo è un volume fotografico, “Bandiere nel mondo, in piazza da 60 anni“, che attraverso 140 immagini ripercorre spettacoli in grandi città e in borghi minori, sempre vissuti con lo stesso orgoglio di rappresentare la propria comunità. Il secondo è arrivato dalla ditta Fratelli Maddii di Cavriglia, storica compagna di viaggio del Gruppo: un pullman personalizzato con colori e simboli degli sbandieratori, che accompagnerà le prossime trasferte.
Hanno portato il loro saluto il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli - legata al Gruppo da un’amicizia nata a New York - insieme ai rappresentanti della Regione e del Comune di Figline e Incisa. Un pensiero di ringraziamento è andato a quanti hanno reso possibile questi 60 anni, con una dedica a padre Ermenegildo Zurlo, tra i fondatori: il suo motto "sbandieratore per un giorno, sbandieratore per tutta la vita" porta avanti l’impegno di una passione diventata storia e futuro.