REDAZIONE FIRENZE

Ricomincia la scuola. È tempo di ripassi...

Settembre, si torna a scuola. Vi va un ripassino di storia della letteratura italiana? A proposito: su che manuale studiate...

Settembre, si torna a scuola. Vi va un ripassino di storia della letteratura italiana? A proposito: su che manuale studiate...

Settembre, si torna a scuola. Vi va un ripassino di storia della letteratura italiana? A proposito: su che manuale studiate...

Settembre, si torna a scuola. Vi va un ripassino di storia della letteratura italiana? A proposito: su che manuale studiate o avete studiato? De Sanctis, Sapegno, Petronio? Alfano-Italia-Russo-Tomasi? Battistini o Brioschi-Di Girolamo? Bárberi Squarotti-Amoretti-Balbis-Boggione? Ma siamo sicuri che costoro ce l’hanno contata giusta? E se non fosse così? Per esempio il professor Tempestini ritiene molto attendibile il manoscritto, da lui ricevuto con un’e-mail anonima, nel quale la vulgata corrente viene capovolta e quelli considerati i maggiori della letteratura italiana risultano essere in realtà i minori. Prendiamo Dante: fugge da Firenze con Beatrice e vaga per l’Italia, sempre sul punto di dar fuori un’opera importante ma incapace di portarla a termine. E Petrarca? Dopo iniziali tentativi poetici si fa prete, diventa addirittura Papa (anzi Antipapa), viene imprigionato ad Avignone dove conosce Cola di Rienzo col quale fugge a Roma, dove entrambi tentano di istituire una diarchia, ma finisce che litigano per il potere tanto che il popolo esasperato li arde sul rogo. Giovanni Boccaccio viene spedito dal padre a Napoli per imparare l’arte del commercio, ma lui non ci sta e diventa un bandito; poi insieme all’amante suor Usimbalda scrive in napoletano Le diece jornate. E l’Ariosto? Banale imitatore del Boiardo, si scopre un talento militare, raduna un esercito e tenta di conquistare l’Italia centro-settentrionale; sta per riuscirci, ma nell’assedio a Firenze deve fare i conti con nuovi armamenti predisposti da tal Machiavelli.

Il Tasso invece viene catturato dai pirati e ridotto in schiavitù, ma un moro algerino lo nomina precettore dei figli. Lì conosce Cervantes (che lo prende a modello del suo cavaliere loco) e scrive un poema in italiano a lode dell’Islam, che però non avrà alcun successo e lo farà ammattire del tutto. Nell’800 troviamo tra gli outsider Leopardi, che sfugge al terremoto di Recanati e si imbarca per i mari del sud, dove diventa re di Tahiti e riceve una visita da Darwin. La grande poetessa Mariù Pascoli ha un fratello, Giovanni, che diventa salumiere e agitatore politico nella Parigi fin-de-siècle. Lei, sedotta e abbandonata dal giovane Mussolini, si suicida. Il fratello si vendica avvelenando Mussolini ferito. La Fantasmagoria si conclude con un profilo di Gadda, oscuro funzionario di Ps col tarlo della scrittura: non ha pubblicato nulla in vita, ma postumo è stato edito un suo mostruoso romanzo: La cognizione del pasticciaccio.

Un divertissement? Oui, ma coltissimo e raffinato, roba per palati esigenti. Maurizio Tempestini, Fantasmagoria della letteratura italiana, Transeuropa