
Clara Calamai nella «Cena delle Beffe» diretta da Alessandro Blasetti
Luca Scarlini
Nato a Parigi, Gino Sensani sarebbe divenuto uno dei più famosi creatori di abbigliamenti femminili, di quelli che dettano legge al mondo. (…) Quando descriveva la bellezza della donna, il gesto diveniva così espressivo che sembrava averla creata con le sue mani. Le qualità che bisognava mettere in risalto, le manchevolezze o i difetti che bisognava attenuare o nascondere, le immagini che usava descrivendone le linee del viso, il portamento, le anche, il seno. Se trovava che una donna era bella davvero, dopo avere inventato per lei i costumi che la sua sapienza e la sua fantasia gli avevano ispirato, andava a vestirla lui stesso, se la riteneva mediocre o gli era indifferente mandava i suoi assistenti".
Così Aldo Palazzeschi commemorava su Il Mattino dell’Italia Centrale il 14 dicembre 1948, uno dei grandi creatori del teatro e del cinema italiano e suo amico: Gino Carlo Sensani, scomparso nel 1947 all’età di cinquantanove anni. Invece che nella Ville Lumière era nato nel 1888 a San Casciano dei Bagni (Siena), ma in gioventù, si recò a Parigi per conoscere il mondo della moda e del teatro, entrando in contatto con nomi centrali di quell’epoca: Ertè, Umberto Brunelleschi, Mucha.
L’autore de Le sorelle Materassi, raccontava anche, allo stesso tempo, come potesse essere crudele con le figure che non amava o che gli venivano imposte. Da par suo cesellava l’aneddoto di una petulante e ricattatoria protetta del regime, che aveva addobbato per vendetta come un pagliaccio: "Piccola, grossa, tutta in un tolfo e gobba".
Maestro della ricostruzione d’epoca, fondatore di quello straordinario gusto italiano che dopo di lui venne portato all’apice da Luchino Visconti, si divise tra Firenze che fu sede delle sue principali attività in teatro e Roma, dove lavorò nel cinema. All’inizio degli Anni ’20 mise in scena contesse, marchesi e baronesse dai nomi altisonanti in spettacoli di beneficenza (o amatoriali), che fecero epoca. Nel 1923 tutti ammirarono la contessina Tecla Ludolf in una sua Miniatura indiana nei Quadri viventi a Villa Bondi.
Il sogno di una perla aprì alla Pergola il 24 aprile del 1924: una soirée inventata da Vincenzo Sorelli, con una strepitosa sequenza di quadri, in cui la bellissima marchesa Nessy Cappelli, con un gran filo di perle al collo, conduceva le danze.
Nel 1928 a Palazzo de Larderel Sensani allestì una serie di squisiti Libri viventi e segnò con le sue immagini perfette una delle rappresentazioni più famose del primo Maggio Fiorentino: La rappresentazione di Santa Uliva, allestito dal maestro della regia Jacques Copeau. Nel 1937 inventò i sontuosissimi costumi per una Incoronazione di Poppea di Monteverdi a Palazzo Pitti, in cui gli abiti spiccavano nelle architetture barocche reinventate da Giovanni Michelucci.
Non stupisce che Firenze, infine, l’abbia portata con sé nel corso di una prestigiosa carriera a Cinecittà. Fu lui a creare quel bellissimo abito di broccato che, cadendo strategicamente al momento opportuno, rivelava per la prima volta al pubblico italiano le grazie di un seno sullo schermo.
Era quello di Clara Calamai, figlia del capostazione di Prato e presto diva, nella famosa Cena delle beffe di Alessandro Blasetti (1940). Un perfetto esempio di quel nuovo stile del costume che l’artista sintetizzava nel 1936 in poche righe, affermando che esso deve essere: "interpretazione psicologica della figura, e illustrativa dell’atmosfera: quindi rapido, succoso, facilmente afferrabile". Sensani creò un modello di lavoro, che dallo spettacolo ha spesso fornito ispirazione alla moda.
In Toscana ha influenzato una intera scuola: Franco Zeffirelli, Piero Tosi, Anna Anni gli hanno reso omaggio.