Mare nostrum, l’anima e il futuro
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La storia e l’eredità della stilista Marucelli: l’orgoglio toscano di appartenenza al mondo dell’invenzione .
Il cappello intrecciato nato a Firenze icona fashion di commedie teatrali, poesie e film di Hollywood
Un articolo del 1933 per "La Nazione" di Ruggero Orlando, storico corrispondente della Rai "Il grande schermo è un’arte e per renderla tale ancora di più ci sono altri accorgimenti".
Il 21 giugno 1961 il pittore scrisse questo articolo su "La Nazione" in cui descriveva i particolari. L’autore non vede una grande differenza tra arte e scienza: un’esposizione godibile per tutti .
Il 14 aprile 1933 lo storico dell’arte Giorgio Castelfranco scrisse un articolo su "La Nazione". L’autore fu cacciato dalla direzione di Palazzo Pitti per via delle leggi razziali.
Il musicista spiegava su La Nazione come le due arti si dovessero fondere fino a diventare una cosa sola "Nel cartone animato si hanno effetti notevoli di armonizzazione e bilanciamento fra suono e azione".
Guido Battelli il primo gennaio 1930 mandò un articolo alla "Nazione" in cui raccontava le attività di quel genio nel Paese lusitano, un episodio di storia dell’arte allora poco noto.
Il 20 gennaio 1938 Raffaele Calzini scrive per "La Nazione" un reportage dall’Estremo Oriente. I turisti sono solo anziani, i Matusalemme della curiosità, e le guide invase da domande inutili.
Ildebrando Pizzetti il 30 gennaio 1923 racconta per "La Nazione" la situazione fiorentina. Gli impresari bacchettavano la stampa incolpandola di aver allontanto il pubblico dalle scene. .
Sergio Solmi il 28 febbraio 1933 scrisse su "La Nazione" la testimonianza della sua giornata. Una lunga e profonda riflessione sul paesaggio che cambia, chilometro dopo chilometro .
Il musicista Mario Castelnuovo Tedesco il 14 febbraio 1934 pubblicò un testo sul nostro giornale. L’opera dell’autore sarebbe stata rappresentata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze.
Antonio Aniante il 14 ottobre 1932 scrisse l’articolo su "La Nazione": la città francese al centro dei traffici . Un affresco completo su chi guadagna fortune con lo smercio dell’hashish: sono tutti insospettabili. .
Il 7 aprile 1935 Renato Poggioli scrive per "La Nazione" durante un soggiorno cecoslovacco. Una città piena di vita che ha trovato nell’arte un grande mezzo di espressione popolare.
Stefano Landi, il figlio di Pirandello, il 9 febbraio 1933 scrisse un racconto per "La Nazione" Credeva che il coraggio avuto in trincea potesse servirgli nella vita di tutti i giorni.
Il 4 febbraio 1939 Piero Santi pubblicò per "La Nazione" un breve romanzo ambientato a Firenze. Un giovane che a casa si sentiva angosciato dalle quotidiane pressioni dei familiari .
Il 15 novembre 1930 Margherita Cattaneo scrive dell’arrivo in città del noto personaggio. Il giorno dopo avrebbe tenuto un’affollatissima conferenza al Grand Hotel.
Bruno Barilli il 3 dicembre 1927 pubblica sul nostro giornale uno dei suoi reportage dall’estero. I territori dell’impero ottomano erano ormai in completa dissoluzione e lui ne dà testimonianza. .
Il 19 dicembre 1928 il celebre sceneggiatore scrive per il nostro giornale una storia divertente. Raccontata direttamente da un prestigioso editore del suo Paese, che non voleva comparire. .
Dopo il trionfo di ’Viaggio al termine della notte’, si perse in pamphlet deliranti e tornò a fare il medico. L’editore francese Gallimard sfidò l’establishment per ripubblicarlo. In Italia venne sdoganato da Carlo Bo .
In una recensione del 1959 gli elogi alla versione italiana della striscia statunitense fra horror e grottesco "Il soprannaturale può anche nascondersi dentro di noi, l’incubo sarà la vita e la vita il sogno".
Il simbolo dell’eclettismo architettonico scrive una lettera al giornale il 17 marzo 1926. Difende la sua proposta e commenta con ironia la povertà della stazione. Poi smentito.
Al geniale artista fiorentino "La Nazione chiede un articolo pubblicato il 23 aprile 1964 "Una miriade di sensazioni, dalla lettura del libro stampato fino all’interpretazione sul palcoscenico".
L’articolo del primo novembre del 1930 fa parte di un volume durante il viaggio nel Corno d’Africa. Il gesto dei pescatori che regalano l’oggetto più bello a chi è rimasto cieco a forza di immersioni.