LUCA SCARLINI
Cronaca

Il Sansovino in Portogallo. Alla scoperta di un fenomeno che aveva lasciato poche tracce. Il giornalista diventa detective

Guido Battelli il primo gennaio 1930 mandò un articolo alla "Nazione" in cui raccontava le attività di quel genio nel Paese lusitano, un episodio di storia dell’arte allora poco noto.

Guido Battelli, poeta e saggista,. nacque a Sarzana in un’agiata famiglia di origine parmigiana

Guido Battelli, poeta e saggista,. nacque a Sarzana in un’agiata famiglia di origine parmigiana

Pochi mesi or sono, quand’io dissi ai miei amici di Cimbra che intendevo commemorare il quarto centenario della morte di Sansovino (morto il 1529) illustrando l’opera di lui in Portogallo, essi mi guardarono con una cert’aria di incredulità e con un sorrisetto, nel quale Lorenzo Sterne non avrebbe stentato a leggere: vai là, povero poeta, tu perdi il tuo tempo; gl’italiani si sa, hanno la fantasia fervida! Infatti se si domandava a qualcuno di qui che cosa rimanesse dell’opera decenne del Sansovino in Portogallo, che il Vasari si assicura essere stata copiosa così d’architettura come di scultura, essi rispondevano invariabilmente nulla, o tutt’al più si limitavano ad indicarvi la fascia d’una porta di marmo del palazzo di Sintra, leggiadramente scolpita a pullie e (ogliami i dire che essi avevano riulavori del Sansovino proprio qui sotto gli occhi, ma non li rendevano meglio non li riconoscevano). Perchè i critici d’arte portoghesi non brillano per indipendenza di giudizio e spesso basto che un tedesco o un francese passasse di qui de sentenziasse: quest’e spagnuolo, quest’è normanno, perchè essi accettassero come vangelo le parole di lui e se ne nutrissero... Che cosa importa poi se quel maestro spagnuolo è un plateresco, e il normanno un gotico fiammeggiante della pie bell’acqua? Lo si fa convertire ipso facto allo stile della Rinascenza italiana sol per aver letto un libro o veduta. The stampa. Come se un’ architetto nostro, sol per vedere un tempio indiano ma pagoda pagoda cinese cinese in fotografia, potesse a suo grado far tempi e monasteri per Budda e per Confucio il bello poi si è che davano allo stesso mastro opere della Rinascenza italiana di verse di tempo, di stile è di carattere; ma questo per loro non importa nulla: qui la Rinascenza è un nome; basta ci sia in un edificio una colonna classica e un arco tondo por farne tutto un cibreo, da smaltire allegramente come il cancello sopra ricordato. Mi misi dunque pazientemente-al lavoro, buttai da parte tutti i libri e mi diedi a ricercare, sulle tracce del Vasari, i lavori del nostro grande arti sta. Fui più fortunato di quello che non osassi sperare sulle prime: riuscii a scoprire il famoso bassorilievo della Battaglia d’Arzilla, che si credeva perduto, che il Vasari loda per la fiera attitudine dei combattenti e per il movimento dei cavalli, accesi di furono nella mischia del cristiani contro, i mori Trovai due stupende statue, rappresenti l’una S Gerolamo, l’altra il Batti sta, conservate in un casolare di campagna, nei dintorni di Cimbra, riconobbi nella statua di un evangelista che sta nella Cattedrale, il ricordo del fa maso S. Marca, scolpito Sansovino e lodatissimo. E soprattutto notai un Vestigio di opere architettoniche stupende, quali sono la Cappella di Nostra Signora della Concezione a Tomat, e la Porta Speciosi della Cattedrale di Cimbra. E l’opera di lui riconobbi anche nel Castello d’Avorio. Non più un fattore visivo, una leggenda, ch ‘ebbe il coraggio di scrivere proprio proprio recentemente un critico fanfarone, che qui vorrebbe passar per la maggiore. Un mio articolo sul Corriere della Sera e un altro sulla Illustrazione Italiana ha già dato giustizia di alcune mie identificazioni scoperte, ma La Nazione deve aver vanto di offrire ai miei concittadini, come una ghiotta primizia, la fotografia, fino ad ora inedita delle due statue sansoviniche, di cui facevo parola più sopra. Sono un gioiello della più pura arte fiorentina del Quattrocento. Qui il ricordo di Donatello e dei grandi grandi Maestri fiorentini di cui il Sansovino fu discepolo e allievo e continuatore. Si confronti il bellissimo S. Giovanni con la statua dello stesso soggetto che il Maestro scolpirà poi per Genova, lo si confronti anche col bellissimo gruppo in bronzo del Battesimo di Cristo sulla porta del nostro Battistero, e le analogie parranno evidenti e l’attribuzione, riuscirà sicura. Anche il S.Girolamo trova affinità di tecnica è di stile con opere fiorentine del Quattrocento.... E sono appunto codeste affinità stilistiche che mi permettono di attribuire al nostro artista con piena sicurezza tanto, la Porta Speciosa di Coimbra come la Cappella di N. Signora della Concezione a Torino.