
Durante il question time il ministro ribadisce le perplessità sulla governance. Bettarini in difesa: "Responsabilità di chi ha gestito il teatro, non del Comune".
di Teresa ScarcellaFIRENZEIl punto non è la direzione artistica, ma la governance. Lo ribadisce il ministro della Cultura Alessandro Giuli, a proposito della Pergola, rispondendo sul tema al question time in Senato. I verbali della commissione che sanciscono il declassamento del teatro non sono ancora pubblici, e chissà quando lo saranno, ma il dibattito politico continua. Sia a Firenze, dove il consiglio regionale ha approvato la mozione che impegna la giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinché sia garantita la massima trasparenza sui criteri e sulle motivazioni; sia a Roma appunto. Si parte da un assunto condiviso anche dallo stesso ministro: "Il Teatro della Pergola è troppo importante per essere percepito come un teatro locale". C’è un ma: "Rilevo criticità del sistema teatrale della Pergola che negli ultimi anni ne hanno eroso la reputazione, i finanziamenti, la proiezione internazionale e la capacità di far esprimere una figura di valore come quella di Stefano Massini" ribadisce Giuli in Senato, parlando di "decisioni unilaterali operate esclusivamente sulla base di prassi politiche che con l’aspetto artistico non dovrebbero avere nulla a che fare".
Criticità che secondo Giuli verrebbero confermate anche da alcune dichiarazioni, citate dallo stesso ministro in aula, rilasciate dal governatore Giani a novembre 2024, ovvero che "la nuova stagione 2024/2025 del Teatro Pergola si fonda sui 7 milioni e mezzo di contributi pubblici e deve aumentare la raccolta di fondi dai privati. Non si devono chiedere ulteriori finanziamenti ai soci pubblici, bisogna far tornare i conti, con maggiori risorse reperite dai privati". Cosa che non sarebbe avvenuta. Da qui deriverebbe la mannaia della commissione sul punteggio (da 29 nel 2024 a meno di 10, che è il minimo per rimanere nei teatri nazionali). Scelta per cui Giuli tiene a precisare che non c’è stata "alcuna influenza esterna", rigettando così quelle che per lui sarebbero solo "accuse strumentali".
Pronta la replica dell’assessore Giovanni Bettarini: "Abbiamo ascoltato con attenzione l’intervento in aula del ministro Giuli. Quando parla di problemi di governance questi vanno attribuiti a chi ha gestito il teatro negli ultimi anni, non all’amministrazione comunale - afferma Bettarini - Ribadisco che riteniamo di alto livello, anche internazionale, il programma presentato da Massini, adesso quindi aspettiamo il verbale". Non solo per spulciare le motivazioni, ma anche perché una volta pubblico - come ha ricordato lo stesso Giuli - si può chiederne il riesame entro 15 giorni. Una precisazione, quella del ministro, che sa di spiraglio per il deputato del Pd Federico Gianassi: "Prendiamo atto dell’apertura sul riesame dell’assurda decisione di declassamento del Teatro della Pergola e auspichiamo che molto presto questa scelta così insensata sia cancellata".
In attesa di conoscere il contenuto di quella che è stata evidentemente una seduta accesa, nella quale si sono dimessi tre commissari su sette, il ministero si è già mosso per trovare i sostituti. Ed è qui, secondo i dem Cristina Giachi e Andrea Vannucci, la contraddizione: "Se davvero si fosse trattato solo di valutazioni tecniche, perché allora un tale dissenso interno?". La risposta è nel verbale.