
I manifesti per la campagna elettorale di Cocci candidato FdI al consiglio regionale
Non solo il terremoto amministrativo e politico che ha portato alle dimissioni della prima sindaca del campo largo, adesso anche il ricatto a luci rosse che sconvolge il centrodestra. A giugno le dimissioni di Ilaria Bugetti e l’arrivo del commissario prefettizio; adesso la bufera su Tommaso Cocci, astro nascente del vivaio di Fratelli d’Italia, candidato per le elezioni regionali. Un’estate da brividi nella seconda città più grande della Toscana, motore economico del centro Italia, casa del distretto tessile più importante in Europa. C’è un filo, robusto, storico e sempre presente che lega le due vicende che hanno messo ko la politica: la massoneria.
Massoneria presente nell’inchiesta per corruzione della procura di Firenze che vede coinvolti l’ex sindaca Ilaria Bugetti e l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, massoneria presente nelle lettere con minacce inviate da un anonimo al trentenne politico ed avvocato. Sia Matteini Bresci, già Gran Maestro, che Cocci affiliati alla stessa loggia, la Sagittario che fa riferimento agli Antichi e liberi muratori di piazza del Gesù ed ha sede in via Lazzerini (in totale in città si stimano 250 affiliati alle diverse ’obbedienze’).
Lo stesso Cocci ha ammesso la sua partecipazione alla loggia massonica, è stato segretario, da oltre un decennio "ma da giugno mi sono messo in ’sonno’". Matteini Bresci nelle carte dell’inchiesta per corruzione parla della scelta degli amici massoni, grazie a lui, di appoggiare Ilaria Bugetti prima delle elezioni del giugno del 2024 anche se è di centrosinistra e promette di garantire quattromila voti per la causa municipio da conquistare o millanta il tesoretto dei voti.
"La massoneria conta ancora molto a Prato, in Toscana c’è in atto un riequilibrio di poteri e la politica ne è spettatrice" si dice negli ambienti vicino alle logge. "Più che spettatrice, la politica è lo strumento" dice un rappresentante istituzionale che conosce molto bene lo scenario pratese. Massoneria che non entra solo nella politica, ma secondo le voci più accreditate della città che tutto sa avrebbe condizionato anche il ribaltone allo storico istituto superiore Buzzi, l’università del tessile: stop al laboratorio di analisi del distretto e fine di milionari investimenti per la scuola. Una ferita aperta nel mondo del manifatturiero d’innovazione.
Prato senza pace ha litigato recentemente anche per il rinnovo della cariche della Fondazione Cassa di Risparmio e per la scalata alla proprietà della televisione di casa, TvPrato. Ora guida il Comune il commissario Claudio Sammartino che ha fatto del pragmatismo il suo credo. Matteini Bresci è ai domiciliari, l’ex sindaca Bugetti, abbandonata dal suo partito, il Pd, ha trovato nel volontariato la spinta per ripartire. Cocci ha un cordone d’affetto intorno: la famiglia e il partito, in primis la deputata pratese di FdI Chiara La Porta. "Chi fa la ricostruzione della guerra fratricida si sbaglia di grosso" dicono da FdI.
La procura guidata da Luca Tescaroli sta indagando sul ricatto a luci rosse a Cocci puntando l’attenzione anche al contenuto delle lettere per le doverose verifiche. La strategia di chi ha messo in piedi la macchina del fango contro l’ex capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale è stata quella della diffusione ampia ma mirata. Un piano studiato a tavolino di ’pesca a strascico’ puntuale con due obiettivi: far sapere a molti il contenuto per diffamare direttamente a domicilio e sperare che qualcuno utilizzasse quel materiale.
"Sono in pace con me stesso" ripete Cocci agli amici mentre il Pd ringhia contro "Fratelli d’Italia ipocrita". E Prato, orfana della politica più alta e vera, aspetta il Corteggio dell’8 settembre. Il Gonfalone ci sarà, ma sarà più solo stavolta.
Luigi Caroppo