REDAZIONE FIRENZE

Passa l’accordo su Firenze. Melio, "nome del cambiamento". Giachi: "Orgogliosa". Milani fuori

L’assessora uscente al Welfare: "Dietro la scelta non c’è stata nessuna logica correntizia". Effetto sorpresa nella Piana: per Monni si prospetta un nuovo ruolo in giunta.

L’assessora uscente al Welfare: "Dietro la scelta non c’è stata nessuna logica correntizia". Effetto sorpresa nella Piana: per Monni si prospetta un nuovo ruolo in giunta.

L’assessora uscente al Welfare: "Dietro la scelta non c’è stata nessuna logica correntizia". Effetto sorpresa nella Piana: per Monni si prospetta un nuovo ruolo in giunta.

"Mi è stata data una responsabilità importante che mi assumo con orgoglio e con grande emozione, la stessa di cinque anni fa ma con il peso ulteriore del prezioso bagaglio d’esperienza fatta". Con Iacopo Melio in consiglio regionale "chi ha creduto in Elly Schlein a Firenze e in un cambiamento meno ‘politicista’ avrà rappresentanza". Mister 11.123 preferenze, l’uomo della sinistra dei diritti civili, sarà candidato di punta nel listino regionale bloccato opzionato per la prima volta nella storia del Pd alle regionali del 12 e 13 ottobre. Prima della fumata bianca, la direzione Pd ha conosciuto fibrillazioni al momento della chiusura definitiva delle liste. E il destino di Firenze è finito al centro di un vertice blindatissimo lunedì sera in via Forlanini tra la sindaca Sara Funaro, scortata dal parlamentare Federico Gianassi, e pesi massimi della segreteria: il collega di giunta Andrea Giorgio, Marco Furfaro, Emiliano Fossi. Andava trovata la quadratura del cerchio. Non solo delle deroghe agli assessori a tetto di mandati (che non è certo detto che i ’salvati’ finiranno automaticamente in giunta, anzi...), ma anche la comprensione al millimetro delle ricadute sui territori che un listino bloccato a tre nomi (massimo consentito) avrebbe generato. C’era da mantenere il patto di non belligeranza tra i nardelliani e la segreteria, c’erano da tutelare i due alfieri dell’ex sindaco, Cristina Giachi e Andrea Vannucci, entrambi consiglieri uscenti al primo mandato. C’era, soprattutto, da sincerarsi del futuro politico del secondo nome in lista nel collegio di Firenze 2 (Mugello): Cristiano Benucci, espressione del Chianti. Alla fine, il vociferato colpo di mano di inserire il capogruppo schleiniano in Palazzo Vecchio Luca Milani in lista non è avvenuto, e Giachi è stata appuntata capolista nel collegio cittadino di Firenze 1, seguita proprio da Vannucci.

L’ottavo nome "resta ancora da individuare" con la migrazione di Melio nel listino regionale. Gli altri nomi (il Pd Firenze ne è consapevole) sono nomi bandiera, rappresentativi sì della società civile, ma con chance ridotte al lumicino di elezione. Perché si torna sempre al solito punto: coalizione più larga in nome del "campo largo a tutti i costi" significa un gruppo consiliare ridotto. Dai 22 del 2020 ai possibili 18, di cui 15 a caccia di voti porta a porta. Gli altri 3 (oltre a Melio, la fedelissima pistoiese di Furfaro Simona Querci e il sindaco di Montignoso per dare la minima rappresentanza al territorio di Massa), sono già sicuri di uno scranno. Nella peggiore delle ipotesi, uno dei due nardelliani rischia di rimanere fuori dal parlamentino. Così come Benucci, secondo alla capolista nel Firenze 2 a Serena Spinelli, l’assessore uscente al Welfare. "Orgogliosa e fiera di tornare a correre per il mio partito e per la Toscana. Dopo 5 anni impegnativi c’è ancora molto da fare per la nostra Regione - le parole di Giachi a La Nazione -. Il miglior in bocca al lupo al presidente Giani, sono contenta di correre per e con lui". Certo, ragiona Giachi, "è oggettivo che una coalizione allargata ad Avs e 5Stelle riduce la proiezione degli eletti in termini di seggi, ma non c’è stata dietro la scelta del partito nessuna logica correntizia", tranquillizza la consigliera uscente coloro che giù sventolavano le bandiere della resa dei conti tra Nardella e Fossi.

Impervia la sfida elettorale per gli altri in lista nel collegio del Mugello. Sia per il consigliere di Palazzuolo sul Senio Alessio Meloni, che per il capogruppo dem a Londa Niccolò Pallanti e Giulia Di Lisio. L’Empolese Valdelsa (Firenze 3), poi, resta appannaggio di due sindaci riformisti, Brenda Barnini per Empoli e Giacomo Cucini (Certaldo). Nella Piana l’effetto sorpresa è stato garantito dall’assenza di Monia Monni. Per l’assessora si prospetta un rientro in giunta, in caso di vittoria di Giani, senza battagliare per le preferenze, senza necessità di deroga avendo già sulle spalle due legislature, né la blindatura nel listino. Capolista perciò nella Piana la giovani consigliera comunale nel comune di Siena Vanina Venturini. Seguono Lorenzo Zambini (segretario del Pd di Sesto), Giorgia Salvatori (ex assessora a Campi) e Fausto Merlotti, consigliere regionale uscente scivolato ultimo in lista.