Firenze, 9 maggio 2025 – Non è da tutti mandare un messaggio WhatsApp a un amico cardinale che sta entrando in Conclave e ritrovarlo Papa due giorni dopo. Padre Giuseppe Pagano, agostiniano e priore di Santo Spirito, è amico, amico vero di Robert Francis Prevost, eletto ieri al quarto scrutinio, 267° vescovo di Roma e Papa della chiesa cattolica universale. Entrambi agostiniani, la loro amicizia nasce nell’83 quando padre Giuseppe è arrivato a Roma, al Santa Monica, il Collegio internazionale dell’ordine di Sant’Agostino, per studiare teologia e lì ha conosciuto, un giovane americano, allora di 28, contro i 23 di padre Pagano, già sacerdote, che stava concludendo gli studi di dottorato in diritto canonico.

“L’ultima volta - racconta commosso padre Giuseppe - ci siamo sentiti per messaggio poco prima che entrasse in Conclave, nei giorni precedenti ci eravamo parlati al telefono in estrema confidenza. Parole che preferisco meditare adesso nel mio cuore, ma qualcosa la posso dire: mi ha fatto capire in quale direzione stava andando la Chiesa, quella giusta. I fratelli cardinali hanno scelto una persona di equilibrio, figura ideale per ritrovare quell’unità che è venuta via via a diminuire. Non certo per colpa di Papa Francesco, ma per il fatto che non è stata compresa a pieno la sua testimonianza di persona semplice e al tempo stesso capace di grandi aperture e di parlare al cuore delle persone”.
I ricordi affiorano come l’acqua di una sorgente, alcuni dolcissimi: “Ricordo che ha celebrato il matrimonio di mia sorella rita, mi torna in mente quando siamo stati insieme negli Stati Uniti per una vacanza da Washington a Chicago. Abbiamo viaggiato in auto e ha sempre guidato lui. Sono stati giorni bellli e spensierati, con tanto di bagni nei laghi in Illinois”.
Padre Giuseppe non lo chiama per nome, non ce n’è bisogno, perché agli amici, anche se vivono lontani basta un nulla per ritrovarsi: “È vero. Abbiamo un rapporto molto schietto, anche rude, per la mia cocciutaggine beninteso. Un esempio? Era priore generale dell’Ordine agostiniano quando nel 2009 mi mandò qui a Santo Spirito. La prima cosa che chiese fu di mandare a Napoli per una mostra il crocifisso di Michelangelo. E qui nessuno era d’accordo. Ma abbiamo obbedito. Del resto se il priore generale ordina non c’è spazio di manovra”: sorride padre Giuseppe, emozionato come si deve.
Padre Prevost, che ha ricevuto la porpora nel 2023 da Papa Francesco dopo essere stato nominato prefetto del Dicastero per i vescovi, è stato a Santo Spirito in due occasioni, a testimonianza che gli amici si continuano a frequentare sempre, anche a distanza, quando padre Prevost, missionario in Perù e vescovo della diocesi di Chiclayo, ha ricevuto un sostegno concreto dalla famiglia agostiniana fiorentina. Due anni fa, prima ancora di ricevere la Berretta nel Concistoro del 30 settembre, è stato a Santo Spirito il 22 luglio per celebrare messa ed è stato come tornare in famiglia. Nell’aprile 2024, una decina di giorni prima dell’annuncio della nomina ad arcivescovo di Firenze di don Gherardo Gambelli, missionario e cappellano di Sollicciano, è tornato di nuovo nella basilica brunelleschiana per la conclusione del restauro della Trasfigurazione, una pala d’altare cinquecentesca, dipinta da Pier Francesco Foschi e conservata nella Cappella Capponi d’Altopascio, all’interno di Santo Spirito. Un’ultima curiosità: prima della licenza in teologia, il futuro primo pontefice nordamericano ha conseguito la laurea triennale in matematica alla Villanova University, la stessa che vorrebbe aprire nell’ex distretto militare. A questo punto i giochi sono apertissimi.