Firenze, 19 febbraio 2024 – Una babele di nazionalità e ditte diverse. Questo appare dalla vicenda del crollo del cantiere di via Mariti, dove cinque operai sono morti e altri tre sono rimasti feriti e si trovano tutt’ora ricoverati a Careggi. Il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia ha ricostruito alcuni aspetti della tragedia nel cantiere della futura Esselunga di via Mariti. Toccando diversi argomenti. Tra cui appunto quello delle otto persone rimaste coinvolte.
L’ultimo controllo Asl nel cantiere è avvenuto il 12 gennaio
Le tre ditte
Gi otto appartenevano a tre ditte diverse. Tra gli operai coinvolti uno, prosegue la nota, «di origine italiana, compiutamente identificato, è risultato deceduto al momento dell'arrivo dei primi soccorsi e delle forze di polizia giudiziaria, mentre altri tre operai, di origine romena, anch'essi con identità accertata, sono stati trasportati in ospedale. Altri quattro operai sono risultati dispersi sotto le macerie e non risultano ancora specificamente identificati, anche se sono stati comunque accertati i nominativi. Attraverso l'encomiabile ed ininterrotta opera dei Vigili del Fuoco sono stati recuperati, al momento, i corpi di tre operai, mentre continuano le ricerche della quinta vittima, rese difficili dal particolare stato dei luoghi conseguenti al crollo, nel quale sussistono condizioni di perdurante insicurezza». Insieme agli otto c’erano almeno una decine di operai in tutto nel cantiere.

Esame impronte per riconoscere corpi
«Sono state avviate - prosegue la nota - le complesse operazioni di compiuta identificazione dei corpi rinvenuti sotto le macerie, anche attraverso gli esami di natura scientifica per conseguire la certezza delle identificazioni personali ed abbinare i nomi con i corpi degli operai, che hanno pesantemente subito l'azione del crollo dei materiali cementizi».
Non ci sono indagati al momento
Per quanto riguarda le accuse, la procura procede per i reati di omicidio plurimo aggravato, commesso con violazioni delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e di crollo colposo di costruzioni o quanto meno di sue parti. Non ci sono indagati. Il procedimento, spiega il procuratore, è «seguito da due magistrati della Procura di Firenze e personalmente da questo Procuratore».
"Criticità nel cantiere”
“La polizia giudiziaria ha svolto un grande lavoro, siamo in attesa di ricevere le prime comunicazioni formali della stessa polizia giudiziaria. Da qui assumeremo le decisioni conseguenti. Serve celerità ma anche pieno rispetto delle garanzie”, dice il procuratore. “Tutto è prematuro, il dato empirico è che ci fossero diverse criticità quando siamo entrati nel cantiere”, afferma poi Spiezia che non vuole però entrare in particolari riguardo a questo.
Identificazioni complesse
Nonostante si abbiano i presunti nomi delle vittime nordafricane, “L’identificazione è un processo complesso, complessità accentuate dalle condizioni in cui abbiamo trovato questi corpi”, dice il procuratore parlando delle vittime. “Attraverso l’esame dei fogli del cantiere sappiamo i nominativi delle persone che erano nel cantiere ma non sappiamo identificare formalmente i corpi al momento”, afferma.