TERESA SCARCELLA
Cronaca

Mulina, le chiavi tornano al Comune. Per il Tar la Pegaso è stata ’inerte’: "Ora avanti con pulizia e bando"

Il tribunale amministrativo, in attesa della sentenza, ha bocciato la richiesta di sospensiva della società. Riconosciuta l’inadempienza. La Procura indaga per reati ambientali, incendio e invasione di terreni.

Operai del Comune al lavoro per alzare la recinzione intorno all’ex ippodromo Le Mulina

Operai del Comune al lavoro per alzare la recinzione intorno all’ex ippodromo Le Mulina

di Teresa Scarcella

Nessuna sospensiva per la Pegaso srl, le chiavi delle Mulina tornano in mano al Comune in attesa della sentenza del Tar. Lo ha deciso lo stesso tribunale amministrativo, non solo rigettando l’istanza cautelare proposta dal concessionario, assistito dall’avvocato Maria Lufrano, sulla decadenza della concessione, ma anche dando ragione al Comune nel riconoscere l’inadempienza della Pegaso. Tra l’altro, di fronte al degrado e alle occupazioni abusive, dopo i roghi e i vari sgomberi, la Procura - si apprende dall’ordinanza del Tar - ha avviato delle indagini per reati ambientali, incendio e invasione di terreni che pendono sulla testa del concessionario. Il tribunale ha quindi fatto prevalere l’interesse del Comune. Il che vuol dire che la Pegaso srl, società che fa capo a Lorenzo Zheng, nata dalla volontà di vari imprenditori di prendere in mano il progetto di riqualificazione delle Mulina, viene messa alla porta, anzi al cancello, in attesa del giudizio di merito. Mentre il Comune gongola perché nel frattempo potrà - e lo farà - andare avanti veloce con il nuovo percorso di affidamento.

"È un’ottima notizia - ha dichiarato la sindaca Sara Funaro -. Ora ci prepariamo per garantire il passaggio da una condizione di irregolarità e degrado a una soluzione definitiva". "I giudici amministrativi hanno confermato la serietà e la correttezza dell’amministrazione comunale - ha sottolineato l’assessore al Patrimonio Dario Danti - Questo spazio sarà più accessibile, più verde, più vivibile". Dopo aver già raccolto le manifestazioni di interesse (ne sono arrivate sei), Palazzo Vecchio dovrà prima di tutto ripulire e mettere in sicurezza l’area - la patata bollente passa ora nelle sue mani - e poi aprire un bando. Le ipotesi sul futuro sono varie: dalla vocazione sociale a quella culturale, dalla produttiva a quella sportiva. Che poi era quello che voleva fare la Pegaso srl, pensando a uno sviluppo su quattro aree: una con ristoranti e attività commerciali; una per gli eventi; un’altra per il maneggio e l’ippoterapia e un’altra ancora dove far sorgere un campus con aule e alloggi per studenti.

Un progetto che, però, in tutti questi anni è rimasto solo un tratto di matita su carta. Presentato alla Soprintendenza - stando al provvedimento dirigenziale del Comune - solo il 15 gennaio scorso. Dieci anni dopo la concessione. La Pegaso - che non intende sventolare bandiera bianca - sostiene di non aver trovato la naturale collaborazione nell’amministrazione e di conseguenza di non aver avuto vita facile tra decadenze e sentenze (il Tar nel 2017 e il Consiglio di Stato nel 2023 le hanno dato ragione) che non le hanno permesso di lavorare in serenità. Da qui il tentativo di strappare un prolungamento della concessione fino al 2048 (contando i 25 anni da contratto a partire dal 2023) e il ricalcolo degli affitti non pagati e reclamati dal Comune. Per il Tar, però, "l’atteggiamento inerte" della Pegaso non trovano giustificazione.