
Riccardo Tarantoli, presidente Silb Confcommercio Firenze, la sigla che riunisce locali da ballo e dell’intrattenimento
Firenze, 5 agosto 2025 – Dopo gioiellieri e ristoratori, anche il mondo della notte fiorentino dice la sua sulla discussa “mancanza di spesa” dei turisti in città. A parlare è Riccardo Tarantoli, presidente del Silb Confcommercio Firenze, la sigla che riunisce i locali da ballo e dell’intrattenimento. Il suo è uno sguardo diverso, focalizzato soprattutto sui giovani, e non privo di allarmi: “Il divertimento è il sale della vita, ma a Firenze mancano spazi e occasioni per viverlo”.
Tarantoli, cosa sta succedendo davvero a Firenze?
“Il problema è più profondo di quanto si pensi. Prima cosa: Firenze non è un luna park. Manca un vero progetto di città che metta al centro le persone, i giovani, i momenti di aggregazione. Non ci sono abbastanza contenitori e quelli che ci sono lavorano tra mille difficoltà. Il turismo è cambiato, ma anche la città deve cambiare”.
In che senso il turismo è cambiato?
“Il turista di oggi è diverso. Non solo c’è un ricambio generazionale, ma anche un cambio di abitudini. Le persone fanno più viaggi l’anno, ma con budget chiaramente più ridotti. La spesa media pro capite si è abbassata. I ragazzi cercano esperienze, offerte, socialità. E la fascia di turisti ad alto potere d’acquisto oggi spesso sceglie altri luoghi”.
Perché Firenze non attrae più i turisti ‘alto spendenti’?
“Per tre motivi: sicurezza, collegamenti e costi. Il cliente di fascia alta vuole sentirsi tranquillo e muoversi in modo comodo. Se per venire a Firenze deve atterrare a Pisa o addirittura a Roma o Milano, non viene. L’aeroporto va potenziato, subito. Poi serve una città dove ci si possa sentire sicuri, anche la sera. Infine: se tutto costa troppo, dall’hotel al caffè, il turista cambia destinazione”.
I vostri locali stanno soffrendo?
“Meno rispetto ai pubblici esercizi ma l’estate 2025 sta vedendo un calo del 10% nei locali notturni. Abbiamo meno americani, più europei, qualche fiorentino rimasto in città perché non è riuscito a permettersi le vacanze. Ma il dato peggiore è un altro: -15% nei consumi dei giovani. Questo è il segnale che va letto con più attenzione”.
C’è chi dà la colpa ai prezzi. Lei cosa ne pensa?
“È vero: i prezzi, in alcuni casi, sono aumentati. Ma non è solo colpa dei gestori. La materia prima costa di più, le bollette sono ancora altissime, le tasse ci schiacciano. Anche gli ostelli, che una volta erano la scelta low cost, oggi hanno aumentato i prezzi. È un problema di sistema. Se tutti, dai fornitori ai gestori, facessimo un passo indietro, forse il turista tornerebbe a spendere”.
Come sta andando questa estate nei locali fiorentini?
“Tutti i locali estivi sono aperti e anche tanti in centro. Siamo fiduciosi per il mese di agosto, confidiamo nei turisti italiani che scelgono la città per un weekend. Ma serve un progetto. Non possiamo vivere di rendita”.
Cosa chiedete alle istituzioni?
“Più attenzione al divertimento e alla socialità. Servono spazi nuovi, eventi, una regia unica che tenga conto del lavoro di chi da anni investe nella città. Meno ideologia e più apertura autentica ai giovani senza punire chi giornalmente, nel rispetto delle regole, si impegna nel creare, investire, concepire e realizzare spazi di aggregazione. Firenze merita di più. E anche i suoi giovani”.