REDAZIONE FIRENZE

Le proposte dei canottieri: "Un tuffo ma con regole. Serve gestione oculata"

Al presidente Nannelli l’idea: "Ma l’area Unesco va salvaguardata" "Mio padre suggerì una piscina galleggiante, l’iniziativa venne bocciata" .

Il presidente Michele Nannelli (al centro) con due soci dei canottieri Ponte Vecchio al termine di una gara

Il presidente Michele Nannelli (al centro) con due soci dei canottieri Ponte Vecchio al termine di una gara

Un Arno balneabile? "Sì, ma con criterio". Michele Nannelli, presidente della Società Canottieri Firenze e voce autorevole del mondo sportivo legato al fiume, non ha dubbi: l’idea di restituire il fiume ai cittadini, come già accade per la Senna a Parigi, è una suggestione affascinante e sempre più concreta, ma a condizione che venga gestita con rigore e buon senso. Non basta infatti che l’Arno, nel tratto cittadino, sia in buona salute – e Nannelli condivide pienamente quanto affermato da Gaia Checcucci dell’Autorità di Bacino sull’attuale stato del fiume – serve anche una gestione seria delle sue sponde. "Ci vogliono soggetti affidabili, società sportive strutturate o imprenditori che abbiano davvero a cuore il fiume e non pensino solo al profitto", spiega.

Nannelli indica anche i possibili punti in cui si potrebbe pensare alla balneazione: su lungarno Diaz, vicino al parco dell’Anconella, davanti alla caserma Baldissera, in San Niccolò – dove un tempo c’era la spiaggetta – e alla Rondinella, storica sede del circolo. Tutte aree, secondo lui, potenzialmente adatte. Ma una zona deve essere assolutamente preservata: quella tra gli Uffizi e la Pescaia di Santa Rosa, ovvero l’area del centro storico inserito nel perimetro Unesco. "Quel tratto è troppo delicato, va lasciato com’è".

Il rapporto dei Canottieri con il fiume è quotidiano. "Io – racconta Nannelli – sono qui dal 1968, e ricordo quando da bambini cadevamo spesso in acqua: oggi accade ancora, ma nessuno ha mai contratto infezioni. Negli anni ’70 e ’80 in alcuni punti non si riusciva nemmeno a stare vicino al fiume per i miasmi, adesso grazie ai lavori fognari del Comune la qualità è cambiata radicalmente".

Una memoria storica che riporta anche a un sogno mai realizzato. "Mio padre Piergiorgio, che fu presidente prima di me, quarant’anni fa propose un pontile galleggiante con una piccola piscina per far vivere il fiume in sicurezza. Ma la Soprintendenza bocciò il progetto". Se oggi si riparla di Arno balneabile è perché i tempi sembrano maturi. Ma Nannelli lancia un ultimo avvertimento: "I punti dedicati ai tuffi dovrebbero essere messi in sicurezza. Il fondale è spesso melmoso, servirebbero reti di protezione e bisognerebbe fare attenzione ai pesci siluro, alcuni dei quali arrivano a misurare due metri".

Un eventuale progetto di balneabilità dell’Arno, però, non può trasformarsi in una sorta di “tana libera tutti”. Perché il rischio – avverte Nannelli – "è che senza regole e controlli il fiume venga banalizzato e snaturato". Al contrario, serve una gestione oculata, con dotazioni adeguate, accessi ad hoc, delimitazioni precise e soprattutto la presenza costante di bagnini. Solo così si potrà garantire sicurezza e rispetto del fiume. Una visione non troppo diversa da quanto accadeva nei primi anni Quaranta, quando esisteva lo storico “Bagno Omero”: un’area organizzata e protetta dove i fiorentini potevano tuffarsi in tutta tranquillità. Ripensare oggi a uno spazio simile, magari in chiave contemporanea, potrebbe rappresentare un valore aggiunto reale per la città, offrendo un’opportunità nuova sia per i residenti che per i turisti. Un modo per tornare a vivere il fiume, senza abusarne. In conclusione, un Arno balneabile è possibile. Ma senza improvvisazioni.

"Serve rispetto per il fiume, garbo nella progettazione e una visione che metta al centro la città, i cittadini e la sua storia. Solo così – conclude il presidente della Società Canottieri, Nannelli – Firenze potrà davvero pensare di vivere il suo fiume in una nuova e più sostenibile quotidianità".

Antonio Passanese