NICCOLÒ GRAMIGNI
Cronaca

Lavoro e giovani, l’imprenditore: “Dormivo in una stanza con 10 persone, ai miei ragazzi non lo farei fare”

Francesco Sanapo, amministratore della Ditta Artigianale racconta l’esordio: “Arrivavo dalla Puglia, avevo fame, avrei accettato qualsiasi cosa. Oggi è diverso”

Francesco Sanapo, amministratore della Ditta Artigianale

Francesco Sanapo, amministratore della Ditta Artigianale

Firenze, 15 agosto 2025 – “Io ho dormito in una stanza senza finestre, è stata dura. E ho dormito in una stanza condivisa con dieci persone. Allora guadagnavo 1200 mila lire al mese: avevo tanta fame ed ero ambizioso. Ma sinceramente ciò non significa che lo debba far fare anche ai miei ragazzi, alle persone che lavorano con me”. Francesco Sanapo, amministratore delegato di Ditta Artigianale, uno che è arrivato dov’è grazie al sudore e alla fatica, si racconta in un momento in cui la denuncia del giovane animatore divenuta virale grazie a un video ha riacceso la questione sul lavoro dei giovanissimi e sulle condizioni di impiego.

Lei è arrivato dalla Puglia col sogno di farcela a livello lavorativo: cosa dice ai giovani e all’animatore che ha mollato tutto a causa delle condizioni di lavoro?

“Dico intanto che sono di un’epoca diversa. E anche l’Italia è molto diversa rispetto a 20 anni fa, quando sono arrivato dal sud più profondo della Puglia. Se dovessi immaginare di nuovo il me del passato forse avrei accettato la ‘vita’ dell’animatore. Ora, nel 2025, però capisco le difficoltà. Io sarei continuato ad andare avanti ma solo per un motivo”.

Quale?

“Perché io ho visto il peggio del peggio da dove ero partito. Ho visto il lavoro a nero, sottopagato”.

Però le condizioni denunciate dall’animatore non sono migliori.

“E’ vero e comunque ognuno deve vivere le scelte della propria epoca. È per questo che ho fatto la premessa che io provengo da un tempo diverso. Poi il salario di quel ragazzo è in effetti scandaloso per il mondo attuale, dove tutto è più caro: chi vive nel settore della ristorazione, ad esempio, fa dei veri sacrifici. Rinuncia al capodanno, al Natale, alla Pasqua, ai weekend. Il tutto per stipendi bassi”.

Però qualcuno potrebbe dirle: lei è un imprenditore, se lo stipendio del suo personale lo ritiene basso, lo può alzare.

“Il problema è molto più complesso. Oggi un salario accettabile per chi lavora nel mondo della ristorazione dovrebbe essere di 2.500 euro netti per le persone più esperte e 1.800 euro per i più giovani. Ma per me questo importo, purtroppo, non è sostenibile perché la cifra lorda è quasi il doppio. A quel punto dovrei far pagare un caffè 5 euro. Come faccio? Io per arrivare a un milione di fatturato ho bisogno di 16-18 dipendenti, meno è impossibile. Sa cosa mi fa rabbia?”.

Cosa?

“Che ci sono ingiustizie a livello di tassazione. Il settore della ristorazione ad esempio non può essere paragonato ad un e-commerce. Ho un mio caro amico, che vende abbigliamento online: fattura un milione con 5 dipendenti. Noi però paghiamo la stessa tassazione sul costo del lavoro. E questo provoca squilibrio. Qualche politico dovrebbe pensarci”.

Lei come aiuta i ragazzi che arrivano a Ditta Artigianale?

“Torno al video dell’animatore. Se io ho dormito in una stanza senza finestre, ripeto, non significa che i miei dipendenti debbano farlo. Io cerco di rispettarli il più possibile. Da noi c’è una scuola del caffè, i ragazzi si formano e vengono da tutta Italia: solo che arrivano qui e mi dicono che gli affitti non sono economicamente sostenibili. Allora ho preso una casa con 3 stanze grandi nella zona dello Statuto: in ogni stanza ci metto due dipendenti, non di più. Per i primi mesi la casa è inclusa, poi l’importo è quasi simbolico, di 250 euro a persona. Cerco di stimolarli a cercare comunque casa, in modo tale che nell’appartamento possano arrivare altre persone che magari si sentono spaesate e hanno bisogno di aiuto. Questi sono sacrifici giusti”.