
Matteo Renzi in Senato
La giunta per le elezioni e le immunità del Senato ha votato per l’insindacabilità delle dichiarazioni di Matteo Renzi. Il leader di Italia viva era stato querelato per diffamazione dalla dottoressa Christine Von Borries, pubblico ministero a Firenze dopo la pubblicazione del libro dell’ex premier “Il Mostro, Inchieste, scandali e dossier. Come provano a distruggerti l’immagine. Ad esprimere voto contrario solo il M5s, viene riferito.
Tutto parte nel 2023 con la pubblicazione del libro di Renzi, il cui contenuto venne ritenuto diffamatorio dalla pm Von Borries. Al centro della disputa due procedimenti giudiziari nei quali l’attività di indagine fu affidata alla pm fiorentina. Il primo procedimento (datato 2017) è quello a carico dei genitori dell’ex premier, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, per presunto concorso in emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il secondo procedimento (avviato nel 2019), sempre nei confronti di Renzi senior, ha oggetto il reato di traffico illecito di influenze. Per il primo caso, l’assoluzione dei Renzi è divenuta definitiva nel 2023 con la sentenza della Corte di Cassazione. Invece, in riferimento al secondo procedimento, la vicenda si è arrestata alla fase della conclusione delle indagini preliminari con il decreto di archiviazione del gip di Firenze nel 2021.
Quanto al contenuto del libro. Von Borries sosteneva che il testo in questione contenga affermazioni diffamatorie nei suoi confronti. Perché risulterebbe che "nell’esercizio delle funzioni di pubblico ministero – si legge ancora – nel procedimento per reato di concorso in emissione di fatture per operazioni inesistenti, abbia mancato di adempiere al proprio dovere professionale, non mettendo a disposizione della difesa il materiale probatorio che avrebbe sancito l’innocenza degli imputati, nonostante ne avesse avuto contezza nel giudizio parallelo (traffico illecito di influenze)". E veniva inoltre "adombrata l’ipotesi che si sia resa responsabile di un reato, nascondendo illecitamente prove che sarebbero state, secondo Renzi, decisive per l’assoluzione degli imputati".