
I lavori di ammodernamento allo stadio Franchi
L’orizzonte è ancora lontano, eppure il traguardo per Firenze si avvicina. Può apparire come un ossimoro ma nell’intricata partita che porterà a scegliere i cinque stadi italiani di Euro 2032 – l’Italia ospiterà il torneo di calcio in tandem con la Turchia – ogni minimo sviluppo attuale può cambiare lo scenario futuro e finale. È vero che ancora mancano otto anni, però la Figc ha bisogno di basi solide per presentare alla Uefa una proposta seria e credibile, ovvero cinque stadi moderni e con tutti i crismi per ospitare una competizione internazionale. Undici gli impianti al vaglio, tra questi anche il Franchi, tirato a lucido quando saranno finiti i lavori di restyling tutt’ora in corso.
La sindaca Sara Funaro ci crede: martedì ha incontrato a Palazzo Vecchio gli emissari Figc e Uefa, poi è partita per Roma e ha formalizzato la candidatura di Firenze davanti al ministro per lo Sport Andrea Abodi. E mentre Firenze avanza con vigore e orgoglio, cade una candidata eccellente: Milano. Durante il summit con la Figc è emerso che San Siro non ha i requisiti necessari per ospitare Euro 2032. Unica soluzione? Che Milano si presenti con un nuovo stadio. Ma il tempo stringe e il terremoto che ha travolto l’urbanistica e la politica milanese di certo non gioca a favore.
Ad ora l’unico impianto italiano che soddisfa tutti e 130 i criteri Uefa è l’Allianz Stadium di Torino. Agli altri 10 impianti in lizza, compreso il Franchi, manca qualche tassello. Tra tutti – Roma, Napoli, Genova, Bologna, Verona, Bari, Palermo e Cagliari – però lo stadio di Firenze sembra in vantaggio dato che è già sotto i ferri. L’incognita più stringente semmai sono i finanziamenti. Dopo i 55 milioni sdoganati da Roma nei giorni scorsi, ora è caccia aperta ai finanziamenti finali. Da una parte è in piedi l’ipotesi di un’iniezione di fondi da parte del patron viola, Rocco Commisso, che si era detto disponibile a mettere sul piatto 50 milioni di euro per terminare le rifiniture e il secondo lotto dei lavori. Dall’altra, l’occasione ghiotta che potrebbe arrivare dal decreto Sport e la norma sblocca stadi portatrice di ulteriori fondi. Insomma, la partita è aperta. E mentre Firenze si muove, le ’rivali’ sembrano temporeggiare. Quasi certo di un posto l’Olimpico di Roma che sì ha bisogno di un ritocchino ma gli ostacoli sono tutt’altro che insormontabili dato che l’impianto è sede istituzionale. Ci prova anche Genova, ma per stessa ammissione della sindaca Salis "la gara è difficile, presenteremo la candidatura entro il 10 settembre". Bologna dovrà ammodernare lo stadio ma il progetto non è ancora decollato, in stallo anche il Bentegodi di Verona. Almeno uno stadio andrà al Sud: il Comune di Napoli ha predisposto il progetto di restyling del Maradona e ora è pronto ad avviare i lavori, Palermo ci crede ma il club deve presentare un piano di fattibilità tecnico-economico per ottenere il via libera definitivo. Bari insegue, Cagliari sogna il nuovo impianto ’Gigi Riva’. Udine e Bergamo, stadi nuovi di zecca, sono stati tagliati fuori causa capienza ridotta. Ecco che in uno scenario simile, per Firenze potrebbe aprirsi un’autostrada che porta dritti a Euro 2032. Un traguardo lontano ma sempre più vicino.