
Domani a Empoli al parco di Serravalle con il "Grazie ma no grazie" tour arriva Guglielmo Bruno con Pugni
Da Willie Peyote a Fabri Fibra, passando per Capo Plaza e Naska. Sono alcuni dei nomi del Beat Festival che da stasera al 7 settembre trasformeranno il parco di Serravalle di Empoli nel tempio di musica, dj set e street food.
L’apertura è affidata ai Folkstone ma il calendario è un crescendo: domani con il "Grazie ma no grazie" tour tocca a Guglielmo Bruno (nella foto), in arte Willie Peyote, tra i cantautori più originali della scena italiana.
Guglielmo, oggi è il suo compleanno: festeggerà col pubblico toscano? "Con me sul palco ci sarà Pugni, giovane cantautore pisano che spesso apre i miei concerti. Un po’ di Toscana ce la portiamo sempre dietro".
Cosa si augura?? "Non sono abituato a festeggiare. Ma stavolta la cifra è tonda (sono 40, ndr). Non ho desideri, mi sento fortunato a fare di mestiere ciò che avrei fatto comunque, anche gratis".
Citandola: "Se fossimo in me saremmo in troppi". Quanti Willie Peyote vedremo? "Il nome sul manifesto è il mio, ma porterò la band, che è il cuore dei concerti. Dare importanza alla squadra fa la differenza".
Tornerà a Sanremo? "No, è stato bellissimo. Ma dal casinò bisogna uscire quando si sta ancora vincendo, o si rischia di perdere tutto".
Cosa cercano i ragazzi, oggi, nella musica?? "Il problema è cosa l’industria offre loro: un unico genere, un unico suono. Manca un’offerta varia, che sarebbe educativa".
E nei suoi testi cosa trovano?? "Tutte le sfaccettature della vita, anche i momenti di difficoltà raccontati con la giusta ironia. Oggi sui social ci mostriamo tutti come perfetti: una narrazione che annoia. Io racconto l’antieroe che perfetto non è e rivendica le proprie imperfezioni".
A cosa rispondere "Grazie ma no grazie"?? "È un modo gentile e vagamente ironico per ribadire cosa non ti piace. Prendere posizione, assumersi la responsabilità di quel che si pensa: un concetto che si è perso".
L’ultima volta che lo ha detto? "Tutti i giorni, in ogni scelta che faccio".
Se dovesse scegliere una sua canzone?? "Ma che bella giornata. Mi ricorda il giorno in cui mi sono licenziato per inseguire la mia passione, anche a costo di perdere qualcosa".
Un tema attuale… "Si parla tanto di dimissioni. Io però avevo 29 anni. La gavetta serve a costruirsi un futuro. Sui social l’errore è fare di tutta l’erba un fascio, lì tutto è assolutista. Il concetto di lavoro sottopagato – di cui dovrebbero occuparsi di più le istituzioni – è sbagliato. Ma è diverso dal non accettare mai compromessi. Di lavoro, se ne parla poco: farlo dove non ci sono le competenze, ne svilisce il senso".
Ylenia Cecchetti