
Il nuovo show itinerante del comico fiorentino: "Cercasi attrice che faccia la voce fuoricampo, tipo Alexa"
di Andrea SpinelliFIRENZEIl futuro? Per una delle canzoni più popolari di De Gregori è una palla di cannone accesa. E Giorgio Panariello nel nuovo spettacolo teatrale “E se domani…” su quella sfera d’acciaio sparata verso l’ignoto ci salta sopra come il Barone di Münchhausen. Debutto in autunno a Milano con tappe il 16 ottobre al Pala Montepaschi di Chianciano Terme, il 23 al Teatro Moderno di Grosseto, il 25 e 26 novembre al Verdi di Montecatini e dal 29 all’8 dicembre al Verdi di Firenze per otto repliche. "Come dice il testo della ‘A muso duro’ di Pierangelo Bertoli, in questo nuovo lavoro intendo tenere un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro" racconta lui. "Mi piace ancora molto raccontare le storie della mia vita, sebbene oggi il web invecchi tutto rapidamente. Quando in tv facevo programmi come ‘Torno sabato’ il lunedì scrivevo testi che cinque giorni dopo per la messa in onda erano ancora buoni, mentre oggi il lunedì sera sono già vecchi. Così ho pensato di giocare d’anticipo parlando di futuro".
E cosa c’è nel futuro?“‘E se domani…’ non è fantascienza, ma un viaggio nel mondo che stanno costruendo scienziati e visionari dei nostri tempi. Alla fine, la domanda che mi faccio (e che rivolgo al pubblico) è: siamo pronti per tutto questo?”.
Sarà solo in scena?“Si, anche se sto cercando un’attrice che faccia la voce fuoricampo di un’assistente virtuale tipo Alexa per farla interagire con me inserendosi nelle narrazione”.
Canzoni ce ne sono?“Sì, un paio. Siccome tra i temi toccati c’è pure quello della solitudine in cui ci immerge la tecnologia, sono partito da quel passaggio emblematico di ‘Almeno tu nell’universo’ che dice ‘sai, la gente è sola / e come può lei si consola’ cambiandone il refrain in ‘tu, tu che sei diverso / almeno tu nel metaverso…’ perché quello è l’unico posto in cui possiamo incontrarci quando indossiamo quei visori che ci estraniano dal mondo circostante”.
Proprio ieri ha debuttato su RaiPlay il suo podcast “Nel garage”.“Una iniziativa formativa per lo spettacolo che sto preparando. Incontro, infatti, persone che il futuro l’hanno guardato veramente negli occhi. Parlo, ad esempio, di alimentazione con Oscar Farinetti, ma anche di intelligenza artificiale con Padre Paolo Benanti, di spazio con l’astronauta Umberto Guidoni, di comunicazione con Luca Josi, che mi spiega proprio quanto la storia e la mitologia greco-romana abbiano influenzato la cultura americana, compresi i personaggi dei fumetti”.
Prima di “E se domani…” c’è un nuovo film.“S’intitola ‘Incanto’ e arriverà nelle sale a luglio. Data d’uscita un po’ anomala, ma confidiamo sulle piattaforme. Si tratta di una favola moderna diretta da Pier Paolo Paganelli in cui recito con Vittoria Puccini. Un fantasy che racconta la magia del circo. Ma un circo particolare, volante, che fluttua nell’aria e si posa là dove ce n’è bisogno. Io sono il clown bianco, ma non mancano l’uomo forzuto, quello proiettile, la donna volante; insomma, una specie di Avengers anni Cinquanta”.
D’altronde gli eroi della Marvel sono sempre stati una sua debolezza.“Assolutamente. Rimango un marveliano convinto, grande fan di Iron Man e di Spiderman. Anche se non disdegno cartoon pure della DC Comics come Batman, col suo lato oscuro”.
Parliamo della vita di tournée.“Le esperienze più esilaranti te le regalano sempre le persone. Dopo aver vinto ‘LOL - Chi ride è fuori’ mi sono illuso per qualche tempo di aver conquistato il pubblico dei giovani. Quindi, quando qualche adolescente mi chiedeva il selfie ero tutto contento. Peccato che alla fine mi ringraziasse dicendo: questa la mando alla nonna, sarà contenta. Ci sono pure quelli che ti dicono ‘lei è un mio fan’ o che incontrano Carlo Conti e gli chiedono di fargli, oltre al suo, pure gli autografi di Panariello e Pieraccioni convinti, presumo, che siamo una specie di comune”.
C’è uno dei suoi personaggi che oggi è un po’ più faticoso fare?“Uno borderline è probabilmente quello che dice ‘ma vaia vaia vaia!’ perché è un gretto, un maschilista da bar, una caricatura che ti fa ridere, ma biasimi”.
Cosa c’è nel suo parcheggio dei sogni?“È così affollato che spesso mi tocca posteggiare in seconda fila. Uno dei desideri più ricorrenti è quello di scrivere e interpretare una commedia musicale. Ho visto il musical ‘Tootsie’ con la coppia Conticini - Iacchetti e mi sono divertito tantissimo. Potrebbe essere un’idea interessante”.