LORENZO OTTANELLI
Cronaca

Lo swing d’autore dei Patagarri: "Diamo voce a chi non ce l’ha"

Il sestetto uscito dal talent di X Factor giovedì suonerà all’Anfiteatro delle Cascine di Firenze

I Patagarri, sestetto allargato dopo la finale del talent. X Factor 2024

I Patagarri, sestetto allargato dopo la finale del talent. X Factor 2024

di Lorenzo Ottanelli

Loro sono carichissimi. Come il loro sound che fa vibrare, pensare, sorridere e spostare il baricentro. Sono i Patagarri, finalisti a X Factor nel 2024 e ora sui palchi di tutta Italia, compresa Firenze, dove saranno dopodomani (ore 21,30) per una serata fiammeggiante all’Anfiteatro delle Cascine. Un quintetto al talent targato Sky che è diventato un sestetto nel corso dell’ultimo anno. La voce graffiante è di Francesco Perazzoli, che dà suono anche alla tromba, poi Jacopo Protti e Daniele Corradi alle chitarre, Giovanni Monaco a clarinetto e sax, Arturo Monico a trombone e percussioni e l’ultimo arrivato, Nicholas Guandalini al basso

Portate in tour un jazz travolgente. Com’è questo viaggio sui palchi?

"È bellissimo, con tutti i professionisti e i tecnici che ci seguono, è emozionante. Poi a Firenze la location è meravigliosa, in mezzo al verde".

Suonate il vostro ultimo album ‘L’ultima ruota del caravan’. Perché questo titolo?

"Le tematiche riguardano gli ultimi e con il titolo volevamo raccontare le storie ai margini, dando la voce a chi non ce l’ha, oppure non riesce a esprimerla".

Una musica non mainstream. Perché questa scelta?

"È stato un processo genuino e fisiologico. Siamo tutti appassionati e studenti di musica jazz, ma facciamo swing d’autore, perché aggiungiamo alcune sonorità cantautorali. E poi ci sono pezzi più hip hop come ‘La scimmia’ o elettronici come ‘Caravan’ e ‘Sole zingaro’".

Cosa vi ha lasciato X Factor?

"Grazie a quell’esperienza adesso partecipiamo ai festival. Prima si prendeva l’auto e si facevano i matrimoni, i locali più piccoli. Oggi è un lavoro vero e proprio".

Avete, però, iniziato come artisti di strada.

"È stato fondamentale per abituarsi al pubblico e quando suoni in strada devi essere capace di avvicinare la gente. Ti dà l’energia giusta".

Poi il Primo Maggio con ‘Free Palestine’. Perché quel messaggio in diretta?

"Il palco del Primo Maggio è da sempre attento alle questioni sociali. Sarebbe stato difficile fare il contrario di fronte alle atrocità che stanno avvenendo".

Spesso si dice che i giovani sono distanti dalla politica. Forse è vero il contrario?

"È una visione stereotipata. Tantissimi si interessano e il motivo che non se ne parli è spesso legato ai media che non raccontano chi fa attivismo".

Quali sono altri temi su cui è importante accendere una luce? "In ‘Mutui’, poi, parliamo del disagio abitativo. Siamo anche contrari alla nuova legge contro l’occupazione degli immobili, perché chi occupa ha solo bisogno di una casa".