Firenze, 30 maggio 2025 – Una manovra proibita di un autocarro lo ha travolto mentre si trovava a bordo del suo scooterone, uccidendolo sul colpo. Tragico mortale, ieri pomeriggio, intorno alle 14.30, in viale Redi, all’altezza dell’incrocio con via Doni. La vittima si chiamava Gianni Salocchi, 61 anni, avvocato: percorreva praticamente tutti i giorni quella strada, dividendosi fra il palazzo di giustizia di viale Guidoni e il suo studio in San Jacopino.

Sulla dinamica del sinistro indaga la polizia municipale. E non sarà un’inchiesta banale, quella affidata al sostituto procuratore Barbara Bresci: Salocchi, rivolto verso il tribunale, all’improvviso si è trovato di fronte il camioncino edile che, dal viale Redi in direzione centro, non avrebbe mai dovuto svoltare a sinistra, verso il ponte sul Mugnone. “Ed è invece quello che, purtroppo, fanno moltissimi automobilisti”, non si danno pace i residenti e i commercianti della zona, subito accorsi sul luogo dello schianto. A terra, sbalzato all’inizio del marciapiede che costeggia la trafficatissima arteria, lo scooter nero su cui viaggiava la vittima, con il parabrezza andato in frantumi.
“Ho sentito un gran botto e sono subito corsa a vedere cos’era successo – racconta Caterina, che lavora nella profumeria che dà proprio sull’incrocio – Purtroppo, io e la mia collega abbiamo subito capito che per il motociclista non c’era nulla da fare… Qui succedono tantissimi incidenti ed è per questo che noi lavoratori della zona, insieme a chi qui abita, da tanto abbiamo chiesto che venga realizzata una piccola rotonda”.
Lo stesso ci racconta Giuseppe, che vive nel quartiere da tanti anni: “Non c’è rispetto delle regole. Pur di risparmiare tempo, ogni giorno vediamo decine e decine di mezzi che svoltano a sinistra. Una manovra pericolosissima. E infatti siamo qui, di fronte all’ennesimo dramma che avrebbe potuto essere evitato”.
Ma c’è anche chi fa notare un’altra cosa: il cartello, posizionato sopra il semaforo che regola l’incrocio maledetto e che indica l’obbligatorietà di procedere a diritto sul viale Redi, è completamente cancellato dalla ruggine, da quando nell’agosto del 2022 alcuni motorini furono incendiati proprio lì sotto, a due passi da via Doni. “Il cartello corretto c’è, poco prima dell’incrocio, ma la mancanza di una chiara indicazione all’altezza del semaforo certo non aiuta a prevenire simili incidenti”, è il parere di più di un residente.
La vittima dell’incidente
Salocchi, fiorentino, era una presenza fissa in tribunale. Avvocato che preferiva stare dalla parte degli ultimi, impegnato nelle difese d’ufficio o nella tutela dei detenuti nelle aule del tribunale di sorveglianza.
Fumatore incallito, tra un’udienza e l’altro era facilissimo incontrarlo nell’“acquario“, il rifugio di chi si concede una sigaretta nella zona del penale della grande cittadella giudiziaria di Novoli. Rispettoso del lavoro dei cronisti anche perché in gioventù, da studente, qualche articolo lo aveva scritto anche lui: era stato un collaboratore del quotidiano “La Città“. Appassionato di “nera” e misteri, era un grande conoscitore della storia dei delitti del mostro di Firenze.