ELETTRA GULLE'
Cronaca

Primo intervento in Toscana di neurostimolazione con tecnologia “Closed Loop”: contrasta il dolore in tempo reale

All’ospedale delle Scotte impiantato un innovativo dispositivo in grado di adattare automaticamente la stimolazione midollare. Il primo paziente sottoposto a questa tecnica innovativa è un giovane affetto da dolore cronico invalidante

L’équipe del servizio di Terapia Antalgica dell’Aou Senese che ha eseguito il primo intervento in Toscana di neurostimolazione midollare con tecnologia “Closed Loop” su un giovane paziente affetto da dolore neuropatico cronico

L’équipe del servizio di Terapia Antalgica dell’Aou Senese che ha eseguito il primo intervento in Toscana di neurostimolazione midollare con tecnologia “Closed Loop” su un giovane paziente affetto da dolore neuropatico cronico

Siena, 16 luglio 2025 – È stato eseguito a Siena, all’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, il primo intervento in Toscana di neurostimolazione midollare con la nuova tecnologia “Closed Loop”, un sistema avanzato in grado di adattare automaticamente la stimolazione elettrica in base alle risposte del paziente, migliorando in modo significativo la qualità della vita in casi di dolore cronico e invalidante.

L’operazione è stata condotta con successo dalle dottoresse Elena Fatighenti e Agnese Faltoni del servizio di Terapia Antalgica dell’ospedale Santa Maria alle Scotte, un centro hub regionale per la Terapia del Dolore. Il servizio è coordinato dal dottor Pasquale D’Onofrio, direttore dell’Anestesia e Rianimazione perioperatoria e generale.

La procedura, eseguita in anestesia locale e in regime di day surgery, rappresenta un grande passo avanti per i trattamenti antalgici. Il nuovo neurostimolatore, infatti, è collegato a due elettrocateteri impiantati nello spazio peridurale dorsale ed è in grado di regolare in tempo reale la neuromodulazione, ovvero gli impulsi elettrici inviati al midollo spinale per contrastare il dolore. Grazie ad una rilevazione continua, il sistema adegua automaticamente l’intensità della stimolazione, rendendo la terapia personalizzata, stabile ed efficace.

Il paziente è un giovane uomo, affetto da anni da dolore neuropatico cronico alla schiena e agli arti inferiori, un disturbo che ne comprometteva seriamente vita quotidiana e lavoro. “Questa tecnologia permette di calibrare la terapia in armonia con i movimenti e i bisogni del paziente, offrendo un sollievo costante senza dover intervenire manualmente sui parametri del dispositivo”, spiegano le dottoresse Fatighenti e Faltoni.

Fondamentale per il successo dell’intervento è stato il lavoro corale di un’équipe multidisciplinare. Il percorso è iniziato con la segnalazione del paziente da parte dello specialista neurochirurgo Biagio Carangelo, della Neurochirurgia diretta dal professor Salvatore Chibbaro. La Farmacia Ospedaliera, con la responsabile Giovanna Gallucci e le dottoresse Alice Corzani e Donata Iozzi, ha curato il reperimento del dispositivo. In sala operatoria, essenziale il supporto delle infermiere Roberta Piazzi e Paola Bertoncini e dell’oss Sabrina Capriotti, coordinate da Giovanni Giacomini. Hanno collaborato inoltre il tecnico di radiologia Paolo Fabbroni, guidato da Francesca Tanzini, e il personale dell’ambulatorio di Terapia Antalgica: le infermiere Roberta Alinari, Dania Minelli e l’oss Simone Bonelli, coordinati da Angela Iacovelli.

"Questo tipo di intervento dimostra l’efficacia del lavoro in team – conclude il dottor D’Onofrio –. È grazie a un’organizzazione multidisciplinare, in cui ogni professionista lavora con l’obiettivo comune di mettere il paziente al centro, che possiamo offrire cure all’avanguardia come questa”.