REDAZIONE FIRENZE

Firenze, 5 dipartimenti dell’Università sospendono gli accordi con atenei israeliani

“Urgente una presa di posizione contro i crimini di guerra nei territori palestinesi”. Hanno firmato l’appello oltre 500 tra docenti, ricercatori, studenti e dottorandi

Gaza sotto i bombardamenti, la disperazione dei cittadini che hanno perso tutto (Foto Ansa)

Gaza sotto i bombardamenti, la disperazione dei cittadini che hanno perso tutto (Foto Ansa)

Firenze, 16 luglio 2025 – Cinque dipartimenti dell’Università di Firenze hanno deciso di sospendere o interrompere gli accordi in essere con alcune Università israeliane, in segno di dissenso verso quanto sta accadendo nei territori palestinesi. Una presa di posizione netta, nata in seno alla comunità accademica e accompagnata da un appello pubblico firmato da oltre 500 tra docenti, ricercatori, tecnici, bibliotecari, studenti e dottorandi.

Al centro, la guerra in corso da oltre venti mesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, sommata alle gravi violazioni dei diritti umani denunciate a livello internazionale. L’azione di boicottaggio accademico, che non è certo nuova in contesti simili, è stata portata avanti finora da cinque realtà universitarie fiorentine. Il dipartimento di Matematica e Informatica ha comunicato il ritiro dall’accordo con l’Università Ben-Gurion. Ad esso si sono aggiunti il dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale e quello di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali, che hanno sospeso la loro partecipazione allo stesso accordo. Il dipartimento di Architettura ha interrotto la collaborazione con Ariel University, mentre quello di Scienze Politiche e Sociali ha bloccato il protocollo di cooperazione con il Blavatnik Center per la Cybersecurity dell’Università di Tel Aviv.

L’appello diffuso in questi giorni – intitolato “Per una presa di posizione dei Dipartimenti UNIFI sui crimini di guerra nei Territori Palestinesi” – richiama tutta la comunità universitaria a un’assunzione di responsabilità collettiva. “Denunciamo in particolare lo scolasticidio in atto – si legge nel testo –. L’accesso allo studio per la popolazione palestinese è sempre più compromesso. Le scuole e le università vengono colpite, le condizioni di vita rese invivibili, e il diritto allo studio negato con sistematicità”.

Da qui l’invito ad agire: ogni dipartimento è chiamato a discutere al proprio interno se mantenere o meno i rapporti istituzionali con università israeliane, valutando la coerenza etica delle collaborazioni in corso. L’obiettivo, spiegano i promotori, non è isolare la ricerca né censurare la scienza, ma rifiutare il silenzio su crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale.

Tra i firmatari e referenti dell’appello figurano il professore Leonardo Bargigli (Dipartimento DISEI), il ricercatore Giulio Castelli (DAGRI), la professoressa Daniela Poli (DIDA) e il professore Daniele Angella (DIMAI), che hanno messo a disposizione i loro contatti per chi volesse saperne di più o contribuire all’iniziativa. “Non possiamo restare indifferenti – affermano –. Le università sono spazi di libertà e conoscenza, ma anche di responsabilità. E oggi, la responsabilità morale impone di non voltarsi dall’altra parte”.