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Cronaca

“Incrocio della morte”, il comitato San Jacopino accusa: “Dove sono finiti i progetti di messa in sicurezza della strada?”

La polemica si riaccende dopo lo schianto mortale tra viale Redi e via Doni. “Quante vittime dovremo piangere prima che cambi qualcosa? Ogni giorno assistiamo a tantissime manovre da ritiro della patente”

“Incrocio della morte”, il comitato San Jacopino accusa: “Dove sono finiti i progetti di messa in sicurezza della strada?”

Firenze, 30 maggio 2025 - “Che fine hanno fatto i progetti per mettere in sicurezza l’’incrocio della morte’ tra viale Redi e via Doni?”. A chiederlo, a nome del comitato Cittadini Attivi San Jacopino, è Simone Gianfaldoni: “Si pensa al restyling del cordolo centrale ma non alla sicurezza - l’accusa -. E intanto si continua a morire. Ieri, purtroppo, sempre lì ha perso la vita un avvocato. È bruttissimo dirlo, ma vedendo quel che succede a quell’incrocio temevamo che prima o poi sarebbe successo. Altri decessi si sono registrati negli anni, ma tutto è rimasto come prima: nessuno ha preso seri provvedimenti per la messa in sicurezza del viale Redi, dove ogni giorno assistiamo a manovre azzardate, da ritiro immediato della patente”.

L’incrocio tra viale Redi e via Doni dove ha perso la vita l’avvocato Gianni Salocchi
L’incrocio tra viale Redi e via Doni dove ha perso la vita l’avvocato Gianni Salocchi

Gianfaldoni, e con lui tantissimi residenti e lavoratori della zona, riferiscono di “continue inversioni ad u, di semafori rossi non rispettati, di carreggiate tagliate a forte velocità”. Insomma, manovre pericolosissime pur di risparmiare pochi minuti. “Avevamo già chiesto all’allora assessore Giorgetti di intervenire sul viale Redi - prosegue Gianfaldoni -. Erano anche in ponte un paio di progetti per la sicurezza stradale, ma poi non ne abbiamo più saputo niente. Non solo: non ci stanchiamo di dire che i lavori di restyling del cordolo centrale non hanno portato nessun beneficio sul fronte sicurezza. Solo un ‘abbellimento’, se così vogliamo chiamarlo. Ma l’asfalto è rimasto un colabrodo. Mancano poi ‘controlli tecnologici’ e le telecamere presenti sono poche”.

Erano le 14,30 di ieri quando, a quell’incrocio, l’avvocato 61enne Gianni Salocchi è stato travolto da un autocarro, che svoltando a sinistra verso il ponte del Mugnone ha fatto una manovra azzardata che è costata la vita al legale.

Salocchi, rivolto verso il tribunale, all’improvviso si è trovato di fronte il camioncino edile che, dal viale Redi in direzione centro, non avrebbe mai dovuto svoltare. “Ed è invece quello che, purtroppo, fanno moltissimi automobilisti”, non si danno pace i residenti e i commercianti della zona, subito accorsi sul luogo dello schianto.