REDAZIONE FIRENZE

Il dibattito sull’acqua pubblica: "Non vedo vantaggi economici. Sarebbe un ritorno al passato"

Il professor Petretto, economista ed ex assessore a Firenze. "Così si limita la capacità imprenditoriale" .

Il professore emerito Alessandro Petretto, economista ed ex assessore

Il professore emerito Alessandro Petretto, economista ed ex assessore

Professor Alessandro Petretto, la ripubblicizzazione dell’acqua infiamma la campagna elettorale. La sinistra vuole tenerla alla larga dalle logiche di profitto. Che ne pensa?

"La società che gestisce il servizio idrico è già pubblica perchè soggetta a controllo pubblico - Publiacqua, ndr -. I Comuni decidono il management, le cariche istituzionali e percepiscono i dividendi, con molta soddisfazione per le casse comunali. Una diversa composizione del capitale con una partecipazione pubblica totale avrebbe conseguenze sul finanziamento degli investimenti di ampliamento e manutenzione degli impianti e delle reti che sarebbe interamente a carico dei Comuni".

Lei, Emerito dell’Università di Firenze ha scritto in un manifesto con Buti e Casini Benvenuti che "l’obiettivo strategico" della Toscana è la reindustrializzazione...

"E’ indispensabile favorire le condizioni per un nuovo sviluppo dell’industria che è in calo nella nostra regione già da tempo. Come il rafforzamento dell’efficienza dei servizi pubblici locali. Specialmente quelli ambientali, come l’idrico e i rifiuti, sono in sinergia input produttivi essenziali per le imprese nei distretti e nel territorio metropolitano".

Le concessioni alle società private hanno scadenze e partecipazioni diverse. E’ possibile rendere l’acqua pubblica in tutta la Toscana?

"Due osservazioni. Se ho ben capito si tratterrebbe di estrarre le componenete idrica (anche la depurazione e le fognature?) per creare una o più aziende in-house. Più da professore di economia che da ex assessore non ne vedo i vantaggi rispetto alla organizzazione attuale in forma di multiutility a controllo pubblico. Inoltre, per legge, il ricorso alla forma in-house deve trovare una giustificazione economica da sottopore alla verifica dell’Antitrust e dell’Autorità di regolazione. E per me sarebbe faticoso se non arduo".

L’altra osservazione?

"Sempre a termini di legge, una società in-house deve soggiacere al controllo analogo, cioè a vincoli operativi e decisionali che la equiparano a un ufficio delle pubbliche amministrazioni. Parliamo di vincoli sulla struttura e la gestione del personale e sulle regole di comportamento aziendale, che limiterebbero la capacità imprenditoriale così rilevante per un servizio industriale ad alta tecnologia".

Che ne sarebbe della Multiutility aggregata i cui soci-sindaci toscani hanno deciso di includervi il servizio idrico nell’ottobre ’24?

"La multiutility nasce per conseguire i vantaggi dell’integrazione ambiente-energia-ciclo idrico, sotto forma di economie di varietà (minori costi comuni), di scala e di dimensione finanziaria (maggiori possibilità di ricorso a finanziamenti esterni). Se estraiamo l’acqua per seguire un processo inevitabile di municipalizzazione finiremo per sfavorire questa rispetto agli altri servizi".

Il numero uno di Publiacqua, Nicola Perini, dice che l’operazione sarebbe "fattibile"…

"Certo si può fare, ma dal punto di vista industriale sarebbe un ritorno al passato per me economicamente ingiustificabile. Poi, vorrei capire perchè riconoscere questa specificità sociale del servizio idrico rispetto al trattamento rifiuti e alla fornitura di energia".