
Polemiche a San Giovanni per una perdita sulla rete idrica
Arezzo, 27 agosto 2025 – Ieri mattina San Giovanni Valdarno si è svegliata con un’amara sorpresa: l’acqua corrente mancava in gran parte della città. Dal centro all’Oltrarno, passando per Lucheria, Vetri Vecchi e Ponte alle Forche, il disagio ha coinvolto numerosi quartieri, con conseguenze pesanti soprattutto per le attività economiche e la situazione si è risolta solo la notte scorsa, dopo ore di lavoro. «Verrebbe quasi da essere ironici dicendo che il servizio fa acqua da tutte le parti – hanno affermato le Liste Civiche Sangiovannesi – se non fosse per i danni arrecati ai cittadini e alle imprese». Oltre al disservizio, a suscitare polemiche è stata la gestione della comunicazione: Come hanno spiegato i civici, i cittadini hanno lamentato di non essere stati avvisati per tempo, se non tramite un post tardivo dell’amministrazione comunale. «In un’epoca in cui la comunicazione è alla portata di tutti – hanno continuato le liste civiche – il sistema di allerta dovrebbe funzionare in maniera efficace. Invece l’Sms viene usato solo per ricordare i ritardi nei pagamenti delle bollette».
Sul tema è intervenuto anche Tommaso Pierazzi, esponente del Movimento 5 Stelle. «È impensabile che nel 2025 una città si svegli senza acqua corrente e senza alcuna comunicazione preventiva da parte del gestore. Una società che nel 2024 ha registrato un utile di 11,3 milioni di euro, distribuendone 4 milioni agli azionisti, non può permettersi simili disservizi. Molti cittadini programmano l’uso degli elettrodomestici nelle ore mattutine per risparmiare energia: un’interruzione non annunciata può danneggiare apparecchi e causare gravi disagi». Pierazzi richiama anche i dati dell’Autorità Idrica Toscana, che nel 2024 ha segnalato una perdita del 37,9% lungo la rete idrica regionale.
«Un’inefficienza – sottolinea – che unita alla scarsa comunicazione mina la fiducia dei cittadini». Da qui la richiesta di una riflessione più ampia sulla gestione del servizio idrico e della Multiutility: «I servizi essenziali devono tornare a una gestione interamente pubblica, in house, con controllo diretto degli enti locali. Solo così si possono garantire trasparenza, efficienza, tariffe sostenibili e un servizio orientato al bene comune, non al profitto. L’acqua è un diritto fondamentale e deve essere tutelata come bene comune».