
Oggi la direzione provinciale del partito dovrà indicare la rosa dei papabili. Ma decide Fossi, malumori dem
La margherita ha più di otto petali. Li sfoglierà Emiliano Fossi dal quartier generale del Pd nel "risiko" delle liste per le regionali. Nel vertice con i segretari provinciali ha chiesto "rose" ampie di nomi all’interno delle quali cogliere fior da fiore i candidati che correranno per il consiglio regionale. Ai "petali" che Fossi sfoglierà, si aggiunge il lodo Ceccarelli, per ora in stand by ma dalla carica esplosiva deflagrante visto che tiene in ballo più di una casella: nello scacchiere delle candidature, quelle degli assessori Marras, Bezzini e Nardini (già al tetto dei mandati tra giunta e consiglio regionale come del resto lo stesso Ceccarelli), e nella proiezione sulle comunali, la candidatura a sindaco di Arezzo. Un bel lodo, o nodo che dir si voglia. Sarà la direzione regionale a dire l’ultima parola (probabilmente l’8 settembre), ma nei rumors che rimbalzano da Firenze dopo il vertice di lunedì l’orientamento sarebbe quello di non applicarlo (al netto di eventuali ricorsi). Si parla di tre deroghe (rappresentano il 10 per cento degli uscenti), ma in questo quadro le quotazioni del capogruppo dem sarebbero in calo, perchè in pole position ci sarebbero gli assessori. Le quote: due schleiniani e un riformista, nel gioco degli equilibri tra componenti interne. E qui scattano le opzioni sui "papabili": Marras, Bezzini e Nardini in primis, con la variabile Antonio Mazzeo, presidente dell’assemblea toscana, bonacciniano di ferro. I giochi non sono ancora chiusi, ci sono dieci giorni di fuoco nella girandola di incontri e contatti che in queste ore agitano le file dem. Ieri sera schleiniani e riformisti aretini si sono riuniti nei rispettivi quartier generali e oggi pomeriggio la direzione provinciale guidata da Barbara Croci (pure lei tra i papabili per le regionali) dovrà fare analisi e sintesi. Se il lodo Ceccarelli non dovesse passare, per l’esponente di punta del partito aretino e non solo, si aprirebbe con più forza la strada verso la candidatura a Palazzo Cavallo che, si dice nelle file dem, sarebbe particolarmente gradita a Schlein e Fossi. Ma c’è anche chi non esclude che a Ceccarelli potrebbe essere proposto un ruolo di rilievo regionale come "compensazione" e chi si spinge a ipotizzare perfino un posto in giunta da esterno, considerati i buoni rapporti con il governatore Giani. Fantapolitica? Vedremo. Certo è che in questa fase, l’attenzione è tutta concentrata sulle liste. Un lavoro di cesello per Fossi che non prescinde dagli equilibri interni al Pd e dalla regola di genere. Un tempo si chiamavano correnti ora sono "aree": schleiniani e riformisti. Ad Arezzo il gruppo dirigente di piazza Sant’Agostino, capitanato da Barbara Croci (di fede fossiana) è compatto su Elly Schlein (da Ceccarelli a Meacci, Donato Caporali solo per citarne alcuni. C’è poi la componente riformista che fa capo a Matteo Bracciali (ex segretario dell’unione comunale) e annovera sindaci del calibro di Roberta Casini e Sergio Chienni, Eleonora Ducci, ex amministratori tra i quali Paolo Nicchi e Ginetta Menchetti, il consigliere comunale Alessandro Caneschi (solo alcuni degli esponenti). Una "rosa ampia" di nomi sui cui scegliere è il passaggio che pure nel vertice di ieri ha evidenziato malumori tra i segretari che non hanno digerito la "norma" aggiunta in corsa al regolamento sulle liste perchè - è la voce comune - si sentono esautorati da una decisione strategica per ogni territorio perchè poi è lì su cui andare a raccogliere i consensi. L’altro nodo che la direzione provinciale oggi dovrà affrontare riguarda la deroga per i sindaci al terzo mandato. Un tasto caldo dentro il partito aretino con molti segretari delle unioni comunali in subbuglio e contrari all’idea che un sindaco eletto da poco più di un anno venga candidato col rischio di riportare il comune alle urne. Anche in questo caso decide la segreteria regionale ma è chiaro che il tema incide e non poco nella partita che Barbara Croci dovrà gestire fino alla chiusura della liste. C’è un altro rumors che atterra su Arezzo da Firenze: riguarda il varo del listone unico dei riformisti per Giani (renziani, socialisti, Più Europa, repubblicani, tranne Azione). Per Arezzo il capolista potrebbe essere Scaramelli, consigliere regionale senese, dato in pole come capolista anche per Siena e Grosseto. Intanto nel fronte del campo largo Avs ha chiuso le candidature: per Arezzo confermato Francesco Romizi capolista. Ora occhi puntati sul Pd e sui suoi tormenti in vista dell’8 settembre. Tanto che qualcuno nelle file dem fa notare la liason storica con l’8 settembre 1943: sarà armistizio o resa dei conti?