
La segretaria provinciale del Pd Barbara Croci al lavoro sulle candidature
"Le macchine sono ferme" sospira un dem della prima ora. Vorrebbe accelerare il passo nella marcia verso le urne regionali, ma c’è un nodo da sciogliere che rallenta tutto. E dal quale tutto, o molta parte, discende. è il nodo della ricandidatura di Giani, in pole position sulla carta e in volata nei sondaggi che misurano il gradimento dei toscani. Tuttavia l’investitura al mandato bis dal Nazareno e a cascata dalla segreteria regionale del Pd non c’è ancora. Questione di settimane, assicurano dalle file dem ma intanto tutto il resto è in stand by. Si muovono, invece, i contatti tra i protagonisti del campo progressista, un tempo campo largo: Pd, 5Stelle, Avs, Italia Viva. Contatti a livello toscano per trovare la quadra attorno al programma, anzitutto, perchè è sui temi cruciali per il governo della Toscana che le posizioni devono allinearsi. Contatti con riflessi aretini, perchè le regionali d’autunno rappresentano il banco di prova per testare la tenuta della grande alleanza nella prospettiva - ravvicinata rispetto al voto per la Toscana - delle amministrative ad Arezzo (nel 2026).
Perchè le due partite sono intrecciate a doppio filo. Come? Se il Giani bis tiene in ballo le decisioni sulle candidature locali, il nome - e lo standing - di Vincenzo Ceccarelli diventa ago della bilancia non solo per l’eventuale ricandidatura alle regionali, ma anche per il rebus su chi correrà a Palazzo Cavallo sotto le insegne del campo progressista. Un dilemma ancora irrisolto. E pure qui le macchine, almeno dalle parti del Pd, sono ferme.
"La scelta che farà Ceccarelli, se corrrere ancora per la Regione oppure pensare alla corsa per Arezzo, è dirimente nell’una e nell’altra tornata elettorale", dice l’esponente dem mentre sfoglia la margherita delle opzioni in campo. Certo è che Ceccarelli è campione di preferenze nelle tornate elettorali, difficile pensare a un’alternativa con lo stesso profilo. Ma c’è dell’altro: nelle file del partito di piazza Sant’Agostino si teme che sull’altare del campo progressista, il Pd corra il rischio di sacrificare un consigliere regionale dal momento che per tutti i partiti si riduce la forbice. C’è poi il rebus del terzo mandato per i sindaci dem: anche qui le “macchine sono ferme” perchè il partito a livello regionale non ha sciolto il quesito. Questione non da poco perchè in lizza per un posto in consiglio regionale potrebbero scendere nomi del calibro di Sergio Chienni, Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, solo per citarne alcuni, ma è anche il caso della sindaca di Lucignano Roberta Casini, che, invece, potrebbe correre nella lista del presidente Giani.
C’è poi il pressing del Pd di San Giovanni che rivendica un posto di rappresentanza nell’assemblea toscana. Dal Casentino tra i candidati papabili c’è la sindaca di Talla Eleonora Ducci. Nel ventilatore delle probabilità girano pure il nome della segretaria del partito Barbara Croci. Ma su tutta la partita delle candidature la discriminante sarà la riconferma di Giani. E se, come pare quasi certo, il governatore sarà di nuovo il frontman della coalizione, è ragionevole pensare che avrà voce in capitolo sulla composizione delle liste. Un altro elemento che peserà nelle valutazioni e nelle scelte finali. Anche per questo, le indicazioni sui candidati che da Arezzo arriveranno a Firenze, potrebbero essere confermate o riviste. E in quel caso il puzzle riparte da zero. Con un interrogativo che agita i sonni dem: il ruolo e il "peso" del partito aretino nello scacchiere toscano nella doppia partita per la Toscana e per Arezzo.